Grandi manovre a Palazzo: i centristi cercano una via di fuga
17 Novembre 2007
Il voto con cui il Senato ha dato il primo via libera alla manovra finanziaria restituisce un quadro politico ricco di cambiamenti.
Soprattutto per quanto riguarda il centrosinistra dove per la fine di quest’anno e l’inizio del 2008 sono previste molte novità. Come già anticipato da L’Occidentale nella sinistra radicale i rimescolamenti sono in atto da tempo e troveranno un punto di svolta nella riunione dell’assemblea degli stati generali del prossimo 8 dicembre. Sarà lì che il progetto di “Sinistra ed Ecologisti” dovrebbe prendere forma con tanto di simbolo e di linee guida. Ma il condizionale è d’obbligo, visto che diversi sono i nodi e ancora molte le questioni sul tappeto che dividono i protagonisti. Ma a parte le normali frizioni la federazione è ormai bella e fatta.
Più incerto, ma non per questo meno suscettibile di portare a importanti novità, è quello che accadrà nel centro della coalizione unionista. Qui a dir la verità i posizionamenti e i contatti sono di più recente data, nati in particolare come effetto della nascita del Partito Democratico. Su questo si è poi aggiunta la grande confusione che regna nell’aula di Palazzo Madama che garantisce grandissimi spazi di manovra e di azione.
E in questa situazione Lamberto Dini ha trovato un’inaspettata centralità e un ruolo di snodo per tutte le strategie centriste. Passano, infatti, dal partito liberaldemocratico, che lo stesso ex presidente del consiglio ha creato con alcuni senatori, le trame che porteranno nell’arco di qualche settimana a ridisegnare la geografia politica del centro dell’Unione.
Un progetto che avrà due immediati obiettivi: quello di contenere l’attacco della federazione della sinistra radicale e di controbilanciare sul piano moderato il peso del Pd. Il tutto però con un rischio e cioè di mettere sempre più in difficoltà il governo che dovrà sempre fare i conti con una maggioranza risicata e sull’orlo del baratro.
A dare il via al rimescolamento nel centro è stato il voto al Senato sulla finanziaria di qualche giorno fa. Lì Dini ha annunciato che “occorre superare l’attuale quadro politico” e che servono “un esecutivo diverso e una maggioranza diversa” dato che “il governo non è in grado di superare la crisi”. Non proprio la rottura che Berlusconi aveva più volte preannunciato ma piuttosto il segnale che è arrivato il momento di lavorare e di mettere in campo una nuova strategia. In questo senso Dini guarda a Bordon e Manzione che hanno dato vita a Unione Democratica, prendendo così le distanze dal Partito Democratico. Con loro l’ex premier ha intenzione di tessere la tela che porti a creare uno schieramento in Senato più ampio e di maggior respiro.
Abboccamenti che lo stesso Bordon conferma spiegando che “ci conosciamo molto bene perché nella scorsa legislatura dividevamo la responsabilità della presidenza della Margherita. So quali sono i progetti di Lamberto ed a breve ci vedremo”.
Il matrimonio si farà anche perché Dini con soli quattro senatori non può andare lontano e soprattutto difficilmente potrà condizionare le scelte del governo.
A questi movimenti guarda anche con interesse Clemente Mastella. Il Guardasigilli