Grecia approva la nuova austerity. Impazzano le proteste

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Grecia approva la nuova austerity. Impazzano le proteste

23 Maggio 2016

Grecia ancora nella bufera: il Parlamento di Atene ha approvato un nuovo pacchetto di misure di austerità richieste dai creditori internazionali per ottenere in cambio una nuova tranche di aiuti prima della riunione dell’Eurogruppo che si terrà martedì.

Il premier Alexis Tsipras ha promesso che sarà l’ultimo sforzo chiesto ai greci. I finanziamenti esterni indispensabili per tenere a galla le finanze del paese dovrebbero arrivare in settimana.

Da un punto di vista prettamente politico è una sconfitta bruciante a breve termine per il governo Tsipras, che aveva promesso ai suoi elettori di non fare più concessioni in questo senso ai creditori. Se Atene, però, dovesse riuscire a sopravvivere alla nuova tornata di misure improntate al rigore, allora grazie alle pressioni del Fondo Monetario Internazionale sulle autorità europee, la troika dovrebbe concedere un congelamento dei pagamenti dei debiti per anche 60 anni di tempo.

Germania e gli altri paesi virtuosi dell’Eurozona non hanno voluto dimostrare alcuna predisposizione a fare concessioni su questo frangente e hanno fatto capire di non essere disposti ad accettare una ristrutturazione della montagna di debiti accumulati dallo Stato greco. Ma ora che l’Fmi minaccia di farsi da parte se le sue condizioni non verranno accettate, lo stallo nelle trattative potrebbe sbloccarsi.

Non potendo contare su alcuna leva negoziale, il governo guidato dal partito di sinistra anti austerity Syriza ha dovuto piegarsi ancora una volta al volere dei creditori, scatenando proteste. In migliaia sono scesi in strada per manifestare il loro dissenso davanti al Parlamento ed è stato indetto l’ennesimo sciopero dei trasporti che ha bloccato la capitale per tutta la durata del fine settimana. Ancora una volta, quindi, le strade della capitale ellenica sono state invase per protestare contro la richiesta dei creditori di imporre nuove misure di austerity in un paese da anni messo in ginocchio da una crisi economica terribile: c’è un tasso di disoccupazione al 25%.