Grecia. Governo rischia la crisi per uno scandalo di corruzione
04 Maggio 2009
di redazione
Il governo greco affronta oggi un voto cruciale in Parlamento su uno scandalo di corruzione che potrebbe costringere il premier Costas Karamanlis a elezioni anticipate in un momento in cui tutti i sondaggi danno il suo partito nettamente sfavorito.
L’assemblea unicamerale deve infatti decidere, in una votazione segreta che si concluderà questa notte, se procedere o meno per corruzione nei confronti dell’ex ministro e deputato del partito di centrodestra al potere Nuova Democrazia (Nd), Aristoteles Pavlidis, il cui seggio è vitale per la tenuta dell’esigua maggioranza di un voto. Pavlidis, ex ministro dell’Egeo nel primo governo Karamanlis, è accusato da un armatore di avergli estorto 100.000 euro per la concessione di alcune rotte per i traghetti verso le isole.
Il sospettato nega, ma elementi accusatori emersi hanno provocato una spaccatura nella Commissione d’inchiesta che non è riuscita a stilare un rapporto conclusivo. In seno alla Commissione, composta da 13 deputati, tutti e 6 gli esponenti dell’opposizione, sia di destra e di sinistra, convinti dai movimenti sospetti in alcuni conti bancari, hanno stilato ognuno un proprio rapporto in cui si chiede l’apertura di un processo speciale contro Pavlidis. I 7 deputati di Nd si sono schierati invece a difesa dell’ex ministro, sostenendo che non ci sono prove sufficienti.
Una situazione che ha consentito al partito del premier di rinviare la resa dei conti, ma non il voto parlamentare che oggi deciderà la sorte di Pavlidis, insieme forse a quella del governo. Se infatti venisse concessa l’autorizzazione a procedere e il deputato non si dimettesse, ciò getterebbe una pesante ombra sulla legittimità della fragile maggioranza di 151 deputati su 300 che potrebbe andare avanti solo contando sul voto di un rappresentate sospetto di cui gran parte dei Greci, ma anche della stessa Nd, vuole l’uscita di scena. E Karamanlis, secondo gli analisti, sarebbe costretto a indire nuove elezioni. Cosa che il premier vuole evitare soprattutto in un momento in cui il partito, già indebolito da altri scandali, dalle proteste violente di piazza e dalle difficoltà della crisi globale, nei sondaggi è almeno tre punti dietro al socialista Pasok.
Ma i sondaggi lasciano anche intravedere la stanchezza degli elettori verso entrambi i partiti: un sentimento che ha apparentemente spinto il leader del Pasok Giorgio Papandreou a dichiarare che "la lotta alla corruzione è un dovere nazionale" e ad invitare Karamanlis ad agire insieme per riformare il Paese. Il risultato inconcludente della Commissione sembra suggerire che oggi Nd, malgrado la "libertà di coscienza" concessa ai deputati, riuscirà a evitare l’incriminazione di Pavlidis. Ma la maggioranza degli osservatori sembra convinta che se il voto sarà salvifico, Karamanlis costringerà l’ex ministro alle dimissioni sostituendolo con il primo dei non eletti ed evitando, almeno per il momento, la crisi.