Grecia. Governo tedesco a favore di aiuti solo se a rischio stabilità euro

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Grecia. Governo tedesco a favore di aiuti solo se a rischio stabilità euro

26 Aprile 2010

Il Governo di coalizione tedesca guidato da Angela Merkel intende sostenere gli aiuti alla Grecia se la stabilità dell’euro fosse a rischio. "Abbiamo detto che concederemo aiuti se la stabilità dell’euro fosse a rischio. Adesso siamo in questa situazione", ha detto Volker Kauder, capo della frazione dei cristiano-democratici, per il quale, tuttavia, qualsiasi aiuto dovrà essere soggetto a rigide condizioni. "È necessario valutare in modo concreto che la Grecia porti avanti le proprie misure di risparmio", ha aggiunto Kauder, per il quale "li dovremo aiutare, ma le condizioni per questo non sono state ancora realizzate". Gli aiuti alla Grecia non sono inoltre aiuti finanziari diretti quanto garanzie di prestiti, ha concluso Kauder. Stesse considerazioni anche da parte dell’opposizione socialdemocratica, secondo cui "non diremo di no, ma è necessario valutare con attenzione i rischi della Germania. Le consultazioni devono essere pubbliche e intense", mentre l’uscita della Grecia dall’Unione Monetaria "non rappresenta una soluzione" perchè ci si chiederebbe subito dopo chi sarebbe il prossimo Paese a uscire e questo non renderebbe l’euro più stabile.

Il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, ha detto di essere preoccupato per la rigidità dimostrata dalla Germania riguardo agli aiuti alla Grecia. Parlando con i giornalisti a margine della riunione dei ministri degli esteri della Ue a Lussemburgo, Frattini ha ribadito di essere molto preoccupato. "Credo che se il rischio della Grecia si contamina ad altri Paesi, si è parlato del Portogallo, questo vuol dire che è proprio la casa comune che dobbiamo salvare. E siccome nella casa comune ci siamo anche noi, è evidente che non possiamo non essere solidali. Anche se qualcuno ha dei dubbi, credo che debba prevalere la solidarietà". Il prestito Ue-Fmi alla Grecia "non è un salvataggio, ma un sistema per rafforzare l’Europa e l’euro". A ribadirlo, a Lussemburgo per una riunione dei capi delle diplomazie dei 27, è stato il ministro degli Esteri Franco Frattini. "Ci siamo resi conto nel mezzo della crisi che misure di aiuto dovevano essere consentite e lo abbiamo fatto a prescindere dalla Grecia – afferma il titolare della Farnesina – C’è stata una grande attenuazione delle rigidità europee proprio sul regime degli aiuti di stato".

Intanto il trasporto marittimo dal porto ateniese del Pireo è paralizzato da uno sciopero contro l’annuncio del governo di voler togliere le restrizioni al cabotaggio delle navi da crociera battenti bandiera non europea. La Federazione panellenica dei lavoratori marittimi ha deciso la sospensione per 24 ore delle partenze di tutte le navi battenti bandiera greca denunciando le conseguenze per l’occupazione derivanti dall’annunciata liberalizzazione del settore. Una protesta simile sarà ripetuta in occasione della festa del 1° maggio. La legge greca attualmente impedisce alle grandi navi passeggeri non europee di iniziare e terminare una crociera da un porto ellenico. La revisione legislativa, annunciata dal premier Giorgio Papandreou, si ritiene possa portare maggiori introiti annuali per 800 milioni di euro a beneficio del settore turistico, colpito sensibilmente dalla crisi globale. La protesta dei marittimi fa seguito a quella della scorsa settimana da parte di lavoratori del porto del Pireo iscritti al sindacato comunista Pame, in coincidenza con lo sciopero di 24 ore dichiarato dal sindacato dei dipendenti pubblici, Adedy, contro il piano di austerità. Domani manifestazioni contro la decisione del governo di ricorrere agli aiuti Ue-Fmi sono state convocate dal sindacato del settore pubblico, Adedy. Una parziale paralisi dei trasporti urbani è egualmente prevista per domani a causa di una dimostrazione annunciata dai dipendenti del settore che sospenderanno il lavoro dalle 11.00 alle 17.00 locali. Il sindacato del settore privato, Gsee, che non ha partecipato alle ultime proteste, sta valutando da parte sua se dichiarare un nuovo sciopero nazionale di 24 ore, verosimilmente all’inizio di maggio.