Greta Thunberg e la nuova religione dell’ambientalismo

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Greta Thunberg e la nuova religione dell’ambientalismo

Greta Thunberg e la nuova religione dell’ambientalismo

24 Settembre 2019

Non si arresta la “lotta” di Greta Thunberg per il clima, così come non si arrestano le lacrime che scorrono sul suo volto, mentre recita il suo discorso al Climate Summit dell’ONU di New York, in corso al Palazzo di Vetro.

La sedicenne svedese accusa i potenti del mondo di averle rubato i sogni e l’infanzia e di “non essere abbastanza maturi per dire come stanno le cose”. Sarà anche vero. Ma sarebbe bene che la giovane provasse a rendersi conto che, forse, anche chi le sta attorno non la sta aiutando a vivere bene la sua l’infanzia: ossia l’alveo costituito da coloro che, a quanto pare, la strumentalizzano, come politici social-democratici svedesi, esperti di marketing proprietari di start-up e persino familiari, autori di libri.

Si arriva, a questo punto del discorso, al catastrofismo, mediante la frase “siamo all’inizio di un’estinzione di massa”, la quale, però, non viene coadiuvata da argomentazioni, esempi e dati scientifici, che sarebbe sempre bene avere con sé, quando si fanno determinate esternazioni. Infatti, la stessa Thunberg, nei giorni scorsi, a Whashington, ha esortato tutti ad ascoltare gli scienziati, proprio perché molti studiosi ritengono fondate le preoccupazione in tema di clima e di ambiente. Sarebbe, quindi, opportuno avere i dati che si dicono di possedere alla mano, quando si parla ad una conferenza internazionale.

Infine, il riferimento al denaro: “tutto ciò di cui riuscite a parlare sono i soldi e l’illusione di una crescita economica perenne”. Sembrerebbe un attacco al consumismo, che caratterizza questa epoca. Tuttavia, i danni all’ambiente causati da quelli che la Thunberg chiama “potenti del mondo”, sembra che si vogliano risolvere solo mediante l’introduzione di eco-tasse, come, ad esempio, quella annunciata in Francia sui biglietti aerei e quella in programma in Italia sulle automobili. Nuove tasse, che, quindi, verranno pagate da persone comuni.

Ad ogni modo, Greta ha detto qualcosa di particolarmente sensato, riferendosi al fatto che dovrebbe essere a scuola e non all’ONU. Forse questa parte del discorso deve essere sfuggita al neo-ministro dell’Istruzione Fioramonti, il quale si adopera per emanare una circolare, nella quale chiede agli istituti di giustificare a prescindere le assenze che gli studenti faranno, per partecipare alla protesta ambientalista del 27 settembre.