Greta Thunberg getta la maschera

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Greta Thunberg getta la maschera

Greta Thunberg getta la maschera

06 Agosto 2019

Forse qualcuno poteva ancora crederci. Poteva credere alla battaglia pura e ideale di una ragazzina sconvolta dall’emergenza ambientale e che con coraggio degno di un novello don Chisciotte aveva deciso di sobbarcarsi sulle sue spalle di 16enne il destino del mondo. Pronta a rinunciare alla scuola per mesi per sedersi davanti al Parlamento svedese, pronta a schiantarsi contro i mulini a vento del demonio reazionario pur di difendere i propri valori. Ma se le settimane e i mesi hanno lentamente gettato una luce opaca su cotanta purezza, basti citare la sua scelta di andare al summit sul clima con la barca a vela di Pierre Casiraghi, ora l’utopia è davvero finita. E a farla crollare è una foto. Come tante volte accade, uno scatto emblematico.

O meglio di un autoscatto. Greta Thunberg sui suoi social ha deciso di scendere in campo al fianco del gay pride in corso in Svezia. ‘Supporting Stoccolma pride’ scrive la giovane postandosi sorridente e deponendo per un attimo il suo sguardo truce. Ora cosa esattamente abbia a che fare la battaglia e l’ideologia Lgbt con il salvare il pianeta inquinato, unica ossessione sinora della Thunberg, è davvero un mistero.

Che le rivendicazioni, più o meno condivisibili non importa, di gay, lesbiche e trans possano contribuire a pulire mari, diminuire le emissioni di anidride carbonica, ridurre il riscaldamento globale e in definitiva far risorgere il Pianeta malato di inquinamento è davvero complicato pensarlo. Più facile pensare che la bandiera ambientalista, come quella arcobaleno del gay pride, come quella di una laicità forzata, come quella del sostegno alla immigrazione incontrollata, facciano parte di un ben preciso castello. Il castello che detta l’agenda politica condivisa, di sinistra (ma non troppo) e politicamente corretta del quale la piccola Greta è solo una utile pedina. Alfiere dello scacchiere del pensiero unico che si traveste di volta in volta con la divisa più opportuna: da quella ambientalista a quella Lgbt appunto.