Grillici in confusione sulla “gola profonda”
24 Giugno 2014
di Ronin
Da Beppe Grillo, che di mestiere fa il comico, certo non si può pretendere che conosca i rudimenti del giornalismo. Fonti dirette, fonti dirette, l’abc della carta stampata. Per cui non sorprende il nuovo attacco contro i "pennivendoli" e la richiesta di citare le fonti pena il reato automatico di diffamazione. Eppure, dal Watergate fino alle blogger d’assalto imboccate da Frank Underwood, gli addetti ai lavori sanno bene cos’è e quant’importante difendere una "gola profonda", come appunto il celebre agente dell’FBI che passo’ ai giornalisti del Post le informazioni che nella vulgata scoperchiarono lo scandalo e avrebbero portato alle dimissioni forzate di Nixon. Fonti autorevoli che preferiscono non apparire ma che con il loro contributo determinante permettono ai "pennivendoli" di fare al meglio il proprio mestiere. E allora, visto il tenore di certi commenti lasciati ieri da quei poveracci simpatizzanti dei pentastellati su Facebook, possiamo intuire come interpretano i grillici la espressione "deep throat": se non come un tributo a Mark Felt forse come un omaggio a Linda Lovelace?