Grillo a Napolitano, spegni luci del Quirinale. Ma resteranno accese
27 Settembre 2013
di Pino Scanzi
Secondo Beppe Grillo "Napolitano ha perso la partita, ma si ostina a negarlo come chi avendo sempre vinto (o almeno pareggiato) non riesce a darsi pace per la sconfitta. Si alzi dal tavolo di gioco, e prima di uscire, spenga le luci del Quirinale". Per il capocomico stiamo giocando a "poker con il morto" e il morto "è la democrazia". Poi il solito refrain complottardo: "Bisogna tornare a quella notte né buia, né tempestosa di primavera quando si riunirono tre persone per decidere le sorti della legislatura. Ognuno di loro aveva qualcosa da guadagnare dalla partita a poker. Napolitano la rielezione e, forse, la certezza della distruzione dei nastri delle sue conversazioni con Mancino, Bersani la presidenza del Consiglio per il pdmenoelle, Berlusconi la certezza dell’impunità". E ancora: "È altamente probabile che a Berlusconi siano state date delle garanzie che in seguito non sono state rispettate, o più probabilmente non si è riusciti a far rispettare. In altri termini l’assicurazione della prescrizione per scadenza dei termini del processo che lo ha condannato in via definitiva per truffa fiscale". Questo è quanto. Noi però ci ricordiamo un’altra storia. Quella di un movimento di popolo che partito dal vaffa day e attraversato lo stretto di Messina stravince le elezioni. A quel punto non sa bene che fare; grida Rodotà-tà-tà ma poi guarda qua, Napolitano torna al Quirinale. A quel punto qualcuno prova a chiedere ai grilli di governare ma loro, turbati da questa richiesta – governare?! – rispondono picche. Seguono scouting, defezioni, streaming sempre meno in diretta, filibustering vari. Si arriva all’oggi. Napolitano si prepara a creare le basi per una nuova maggioranza. Magari dentro ci sarà anche qualche grillo finito nel frutto misto. A quel punto, è vero, qualcuno dovrà mettersi l’anima in pace per la sconfitta. Ma non sarà certo Re Giorgio.