Grillo, calci in culo al posto del “tempo delle mele”. A noi piaceva la Marceau

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Grillo, calci in culo al posto del “tempo delle mele”. A noi piaceva la Marceau

26 Agosto 2013

Beppe Grillo aizza il partito dei "calci in culo" dal suo blog. "Prepariamoci alle elezioni per vincerle". Il taglio del post è il solito, "gli italiani" sono "trattati come servi" e i politic "vanno cacciati a calci nel culo". "Ogni voto, un calcio in culo", tanto per chiarire bene come funziona la democrazia pentastellata. Poi Grillo dice che "il tempo delle mele" è finito, probabilmente riferendosi a La Boum, il film di Pinoteau del 1980, che a noi è sempre piaciuto, come la giovanissima Sophie Marceau – mentre Beppe lo stronca come versione buonista delle larghe intese. Ce n’è anche per Letta e Lupi, "ectoplasmi" che, così scrive, "sono persino riusciti a evitare la leva militare". E qui ci chiediamo, ma il Grillo nazionale che adesso si mette il baschetto ed evoca la naja come modello di politica dalla schiena dritta è lo stesso che vuole abbandonare l’Afghanistan? Parliamo dello stesso partito anti missioni all’estero e anti F-35?