Grillo dice “no” a Sky, quando la tv diventa paranoia

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Grillo dice “no” a Sky, quando la tv diventa paranoia

18 Febbraio 2013

di Ronin

E’ davvero strana l’idea che ha Grillo della tv. Da che mondo è mondo, la televisione negli ultimi decenni è stato uno strumento potentissimo di liberazione democratica, il modo in cui milioni di persone hanno potuto farsi una idea della politica ascoltandone i protagonisti.

I faccia a faccia televisivi negli Stati Uniti sono il momento culminante di una campagna elettorale, quando un errore, una parola fuori posto, una debolezza scoperta nell’avversario, possono spostare il consenso e assicurare una elezione. Molto si parla della mediatizzazione della politica, sottintendendo, tra i più critici del mezzo televisivo, che ormai la politica passi solo di lì, sia diventata un fantasma imprigionato nello specchio catodico.

Ma Grillo va oltre, con una strategia ormai riconosciuta dalla maggior parte degli osservatori: sparire dal video (la rinuncia di ieri all’intervista su Sky) per poter rientrare dalla finestra visto che poi nei tanto vituperati talk show sempre di lui si parla, non foss’altro che per rispetto alla par condicio.

Lui e Casaleggio, la coppia che vorrebbe ripetere le gesta dell’anarcoide protagonista di "V for Vendetta" (il logo, la grafica, le maschere, tutto rimanda all’iconografia distopica di Moore) sembrano ormai in preda a un eccesso di zelo orwelliano, per cui ogni cosa va registrata, ogni dichiarazione resa ai giornali ripresa a sua volta dai militanti del movimento, che telefonino alla mano poi confronteranno quanto è stato detto e quanto è andato in onda, pronti a fustigare i giornalisti colpevoli di inciuciare con la casta.

Grillo boicotta la tv, ‘maledice’ i suoi che vanno nei talk show ma poi li istruisce a non cadere in trappola, e quando scopre un reporter dei tg Rai che lo sta riprendendo lo minaccia chiedendogli di sparire. Si dirà che la sua forza è il web ma è improbabile che il successo dei 5 stelle possa derivare unicamente da Internet. Le piazze si riempiono perché il "personaggio" Grillo si riflette in continuazione nell’agorà televisiva e della tv ha bisogno per propagarsi viralmente. Forse ipocritamente.

Pur con tutti i suoi limiti, le lottizzazioni, i giochi di potere, le urla, il trash, eccetera eccetera, la "cattiva maestra" televisione continua ad essere un mezzo di educazione politica per il nostro Paese. E sputarci sopra come fa Grillo è solo l’ennesimo segnale di un movimento che dietro l’apparente modernità, l’apologia della Rete, nasconde un istinto regressivo, alieno al confronto e un po’ paranoico.