Grillo, diktat su Costituzione. Ma al Quirinale non c’è Rodotà
02 Agosto 2013
di redazione
"Nessuno si azzardi a modificare la Giustizia insieme al partito capeggiato da un delinquente", a Beppe Grillo non sembra vero di avere la sentenza di Cassazione dalla sua per risputare odio contro Palazzo, larghe intese e Berlusconi, "Il M5S non starà a guardare, nè si limiterà a interpellanze parlamentari, ma mobiliterà i suoi elettori", perché una cosa è certa, "La Costituzione non si tocca". Con la profondità di analisi politica che lo contraddistingue, il Capocomico riassume così la situazione in atto "Le coincidenze non esistono e questa fretta di riformare la Giustizia dopo la condanna di Berlusconi è altamente sospetta. Letta Nipote la vuole. Servirebbe a tirare a campare". Intanto il redivivo Crimi è pronto a trasformare il parlamento nell’ultima gogna per il Cav., perché, "la legge non dà adito a interpretazioni". Peccato per Grillo e per i grillini che al Quirinale non c’è come inquilino Rodotà-tà-tà, ma Giorgio Napolitano. Che la questione della riforma della giustizia non l’ha tirata fuori il Cav. ma il Presidente della Repubblica. E che se qualcuno gliela chiedesse, dei familiari di Silvio, per esempio, non è detto Re Giorgio la grazia debba negarla a priori.