Grillo e la baita No Tav, Beppe concilia per 103 euro
21 Febbraio 2014
di Pino Scanzi
L’avvocato che difende Grillo dalla accusa di aver violato i sigilli della Baita del Cantiere di Chiomonte in Val Di Susa fa sapere che Beppe Caciara è pronto a sborsare un centone, 103 euro per amor di precisione, per "risolvere la sua posizione" nel caso di condanna a 9 mesi come richiesto dalla accusa. La "oblazione", come la chiamano, sarebbe pari alla metà della pena massima pecuniaria prevista, sempre secondo il legale, convinto non sappiamo se per delega o anche personalmente che il movimento No Tav ha una "indubbia rilevanza sociale". Non siamo certo i tipi da far tintinnare le manette e sappiamo distinguere tra i sindaci con il tricolore che difendono in modo particolaristico le loro valli e gli spezzoni anarco-insurrezionalisti che nelle suddette valli hanno portato l’eversione e la insubordinazione sociale. Ma ricordiamo bene come nei giorni scorsi Grillo faceva il galletto agitando le manette sul blog e dicendosi sereno perché nove mesi in galera passano presto. Col cavolo. L’ideale No Tav ora si valorizza in cento euro, e passa la paura. Altro che Mandela. Intanto, i promotori della battaglia di rilevanza sociale, una parte di loro processata a Torino, riempiono di scritte minacciose le sedi dei giornali di Milano, dopo aver annunciato la costituzione di tribunali rivoluzionari del popolo (bue).