Grillo e lo smog: Italia come la Cina (sic)
27 Dicembre 2015
di redazione
Per Beppe Grillo lo smog nelle città italiane è paragonabile a quello che assedia Pechino. Sul suo blog, Grillo cita fonti Istat sulla mortalità a sostegno delle sue tesi contro l’inquinamento killer: "Dai bilanci demografici mensili si rileva come il totale dei morti in Italia nei primi otto mesi del 2015 sia aumentato di 45mila unità rispetto agli stessi primi otto mesi del 2014. La cosa non è affatto marginale se si pensa che ciò corrisponde ad un aumento dell’11,3% e che, se confermato su base annua, porterebbe a 666mila morti nel 2015 contro i 598mila dello scorso anno". "68.000 morti in più per l’ambiente, l’11 per cento rispetto all’anno precedente". "A Milano," scrive Grillo prendendosela con il sindaco "Pisapippa" ci sarà per tre giorni il blocco del traffico, "poi si tornerà alla ‘normalità’ e presto sarà vietata la circolazione delle persone, come in Cina appunto. Nel frattempo l’inquinamento ci avvelena, avvelenano i fumi dell’ILVA, avvelena la diossina che fuoriesce dagli inceneritori e che finisce dentro il nostro cibo, avvelena l’acqua che beviamo che scorre in tubature d’amianto". Gli italiani, secondo Grillo, sono "avvelenati da una politica industriale dell’800, in mutande a causa della crisi e abbandonati dal governo. Premier e ministri non si rendono conto di ciò che accade nel Paese". Ancora una volta però i post di Grillo sconfinano nella demagogia. Si preve un vero problema, lo smog, deridendo qualsiasi soluzione politica, blocco del traffico, biglietto unico dei servizi pubblici, inviti del ministro dell’ambiente a lasciare a casa l’auto, e si sfruttano strumentalmente i dati di tanti italiani morti per dare addosso al Governo. In realtà l’emergenza smog degli ultimi giorni, tra Roma, Milano, Torino, è stata complicata da una stagione particolarmente mite, dalla mancanza di pioggia, che ha reso maggiore l’impatto dello smog. Cosa dovrebbero fare Galletti o Pisapia, la danza della pioggia?