Grillo e Trump, Di Battista: non saliamo sul carro del Don

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Grillo e Trump, Di Battista: non saliamo sul carro del Don

11 Novembre 2016

Dopo che Beppe Grillo ha salutato la vittoria di Donald Trump come un “Vaffa Day pazzesco”, Alessandro Di Battista prova a smorzare: “Non saliamo sul carro di Trump, non abbiamo mai parlato di similitudini tra il M5s e lui”, dice “Dibba”.“La somiglianza c’è tra i cittadini in difficoltà, io porto la loro voce. Grillo faceva una critica al mondo dell’informazione e dell’intellighenzia”, spiega Di Battista. “Cosa penso di Trump? Io a mio tempo ho detto che avrei votato la candidata dei Verdi, vedremo cosa farà ora. Il voto del referendum non c’entra nulla”.

“E’ pazzesco. Questa è la deflagrazione di un’epoca. E’ l’apocalisse dell’informazione, della Tv, dei grandi giornali, degli intellettuali, dei giornalisti. Questo è un VAFFANCULO generale”, aveva scritto e detto Beppe Grillo. “Trump ha fatto un VDay pazzesco. Questa è la prova che questi milioni di demagoghi non sono le persone, ma sono i giornalisti, gli intellettuali,ancorati ad un mondo che non c’è piu’. Lo abbiamo visto con il nostro MoVimento. Ci sono delle similitudini fra questa storia americana e il MoVimento. Siamo nati e non se ne sono accorti, perché abbiamo un giornalismo posdatato che capisce quando qualcosa è già successa. Ed è già troppo tardi. Siamo diventati il primo MoVimento politico in Italia e non se ne sono accorti, se ne stanno accorgendo adesso e ancora si chiedono il perché. Andremo a governare e si chiederanno “ma come hanno fatto? hanno raccolto la rabbia ecc. ecc.”.

“Di Trump i grandi media hanno detto molte cose simili a quelle che dicono del MoVimento. Ricordate? Dicevano che noi eravamo sessisti, omofobi, demagoghi, populisti. Non si rendono conto che ormai milioni di persone i loro giornali non li leggono più e non guardano la loro tv. Trump ha cavalcato questa roba qua. E’ arrivato a milioni e milioni di persone. C’è stata un’affluenza incredibile negli Stati Uniti. Questo significa che la gente è oltre l’informazione postdatata. Questi sono equipaggiati e si stanno ancora equipaggiando per gestire un mondo che non c’è piu’. I veri eroi siamo noi! Eroi che sperimentano, che mettono insieme i disadattati e i falliti. Perché il fallimento è poesia. Honda ha detto: “la mia vita è fatta di fallimenti”. 

“Ma sono quelli che osano, gli ostinati, i barbari, che porteranno avanti il mondo. E noi siamo barbari! E i veri imbecilli, populisti e demagoghi sono i giornalisti e gli intellettuali di regime, completamente asserviti ai grandi poteri”, prosegue Beppe Grillo. “Trump ha mandato a fanculo tutti: massoni, grandi gruppi bancari, cinesi. Magari diventera’ un moderato. Lo vedo già che dira’: “sì, l’ho detto, ma eravamo in campagna elettorale ecc”. Però il mondo è gia’ cambiato. E bisogna interpretare questi segnali. E quelli che lavorano e prendono i soldi per interpretare questi segnali – conclude Grillo – sono morti”. 

“Trump ha vinto contro tutto e tutti: il suo partito, le banche, la finanza, i giornali, le borse. Non possiamo più dormire. E’ il nostro momento”, arriva anche la rivendicazione di Matteo Salvini in una intervista al Corriere della Sera. Per Salvini, Grillo “si esercita nella più classica salita sul carro”. “Grillo – attacca – è più vecchio di Andreotti: prima di mettersi la maglietta ha aspettato di vedere chi vince”.