Grillo il puro e Saviano l’epurato

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Grillo il puro e Saviano l’epurato

23 Novembre 2010

E così anche l’intoccabile Roberto Saviano è finito nel tritacarne inquisitorio di Beppe Grillo: “Per carità, Saviano è bravissimo. Ma ‘Vieni via con me’ è un programma Endemol. E di chi è la Endemol? Di Silvio Berlusconi. Dunque quando Saviano fa audience, a guadagnare è il Cavaliere. Se poi aggiungiamo che Saviano lancia accuse a destra e a manca, senza fare mezzo nome, è facile capire perché Silvio goda come un riccio”. Gelo nella platea del Teatro di Roma, che rimane a dir poco scioccata.

In realtà se siete a conoscenza della bellettristica che negli anni scorsi ha circondato “Gomorra” l’accusa di Grillo non dovrebbe essere una novità. I “compagni” non hanno mai ingoiato il rospo che il libro più venduto in Italia degli ultimi anni sia stato pubblicato per i tipi di Mondadori, casa editrice anch’essa legata al presidente del Consiglio. E in molti hanno sollevato la questione editoriale, nei blog, nei forum e in quel web tanto libero quanto ricco di sospetti e complotti.

A noi però interessa fare un’altra considerazione che riguarda la collocazione politica di Saviano, scrivendo il Nostro per Repubblica ed esibendosi nella ridotta di Rai 3. Ci riferiamo alla sua stella di sceriffo della sinistra italiana. Ebbene, Saviano dovrebbe chiedersi quanto gli convenga questa appartenenza, lui che del trasversalismo legalista aveva fatto una bandiera al di là di ogni schieramento, sconfinando quasi nel neutralismo ideologico.

Ogni volta che l’autore di Gomorra dice qualcosa che va oltre il muro del politicamente corretto, la Rete reagisce in malo modo. Quando ha osato intervenire alla manifestazione "Per la verità, per Israele", ad esempio, Internet si è immediatamente riempito di insulti antisemiti e di foto sprezzanti contro "l’amico dei sionisti”. Per chi avesse familiarità con la Via Damiano Chiesa, zona Piazza della Balduina, a Roma, c’è un bel murales che recita “Saviano = Israele = Mafia".

Per cui vorremmo dargli un consiglio prima che vada in onda l’ultima puntata di “Vieni via con me”. Prima che il pubblico italiano, finalmente moralizzato, torni a svagarsi con l’undicesima edizione del GF, godendo come un riccio grazie alla solita Endemol. Saviano deponga l’armatura e scenda dal piedistallo, è ancora in tempo per farlo. Diventare eroi della sinistra, infatti, nel nostro Paese è molto facile ma è altrettanto pericoloso.

Nel suo esordio su Rai 3, Saviano ha ricordato un po’ frettolosamente Leonardo Sciascia, dicendo che lo scrittore di Racalmuto era tra quanti avrebbero delegittimato i magistrati impegnati nella lotta contro Cosa Nostra. Occhio, caro Roberto, che potrebbe toccarti lo stesso destino di Sciascia.

L’affondo di Grillo potrebbe rivelarsi il primo sassolino in grado di far venire giù la valanga, come accadde a Sciascia quando decise di criticare i “professionisti dell’Antimafia”. In Italia c’è sempre da perderci a mettersi contro i pensieri forti (o presunti tali). A sinistra c’è sempre qualcuno più puro di te, che ti epura.