Grillo, niente scorte ai politici. Casta ai domiciliari e solito populismo
03 Luglio 2013
di redazione
"Di cosa hanno paura i politici?", si chiede Grillo dicendo che vanno tolte le scorte a parlamentari e membri del Governo. "Perché sono terrorizzati da un contatto con la gente?", s’interroga il comico fingendo di non capire che il problema non è la "gente", ma quei gruppi isolati e per niente moribondi che in Italia dalla fine degli anni Settanta agli anni Duemila continuano a minacciare e, periodicamente, a colpire. Certo, Grillo ha ragione quando dice che si fanno figli e figliastri, che la casta è protetta mentre "Don Puglisi, il giornalista Beppe Alfano, uccisi dalla criminalita’ organizzata e Marco Biagi, assassinato dalle Nuove Brigate Rosse non avevano le scorte", e questo dovrebbe farci riflettere sul perché servono. Regolamentate, efficaci, senza troppe auto blu. Il Caso Preiti insegna che è bene alzare la guardia e se qualche ministro o parlamentare riceve lettere minatorie non lo va certo a strombazzare ai quattro venti. Quindi, bene Grillo sulla razionalizzazione delle scorte, ma non nel solito populismo anticasta. ‘I domiciliari vi aspettano, mettete almeno le porte blindate”. Dicono che il Comico fa molto ridere, mah.