Grillo rilancia la Raggi: canto del cigno dell’innocenza perduta

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Grillo rilancia la Raggi: canto del cigno dell’innocenza perduta

Grillo rilancia la Raggi: canto del cigno dell’innocenza perduta

22 Febbraio 2021

“Roma ha bisogno ancora di te! Chi sta con Virginia, sta con il Movimento”. Beppe Grillo riemerge da giorni di diktat pro-governo ed espulsioni e torna a vestire i panni del capopopolo indicando nel sindaco uscente di Roma il nome su cui puntare per le prossime amministrative a Roma. Un modo per riaffermare un “Noi” a dir poco compromesso dopo la scelta semi-imposta di votare la fiducia al Governo Draghi, attraverso il famoso e contestato quesito su Rousseau. Eppure la mossa per ricompattare le truppe di Grillo appare tardiva e fuori dal tempo. Da una parte il Movimento è ormai fortemente segnato dalle espulsioni dei parlamentari che ancora rappresentavano l’anima originaria del partito i quali, a partire da Barbara Lezzi, non si arrendono alla cacciata e così facendo continuano a scavare la linea di frattura che lacera i 5 Stelle. Dall’altra parte manca totalmente l’entusiasmo anche dei più radicali governisti, costretti a digerire una fino a ieri inaccettabile alleanza contronatura con i da sempre odiati berlusconiani.

Ed ecco allora che la benedizione della Raggi da parte di Grillo assume i contorni di una sorta di canto del cigno del ‘come era bello quando eravamo giovani’, un amaro ricordo di un passato ribelle da incendiari, cancellato e annullato dalla scelta di vestire i panni dei più ligi pompieri.

Come giustamente ha affermato Grillo stesso, i grillini non sono più marziani, ma ora sono solamente tanti terrestri, tanti realisti più realisti degli altri. L’innocenza è perduta. Il problema è che l’essere alieni, il non accettare il compromesso, l’identità ribelle, era forse l’unico vero valore aggiunto del Movimento. Tolta quella patina di diversità non resta nulla e, una volta discesi da Marte, sulla Terra, sui campi di battaglia della competenza, della preparazione, della capacità politica, per i grillini rischia di non esserci più storia. L’uno vale uno diventa segno di debolezza e non più di forza. E questa metamorfosi anche la appena riconfermata candidata romana Virgina Raggi, terrestre e non più marziana, potrebbe pagarla a caro prezzo alle urne.