Guantanamo. Governo Gb accetta di risarcire ex detenuti
16 Novembre 2010
di redazione
Il governo britannico ha accettato di risarcire un gruppo di ex detenuti di Guantanamo che aveva avviato un procedimento giudiziario contro gli apparati di sicurezza accusati di essere coinvolti nel programma Usa di interrogatori ‘duri’ condotti all’estero.
L’annuncio scritto dell’accordo extra giudiziale verrà letto alla Camera dei comuni nelle prossime ore, probabilmente dal segretario della Giustizia, Ken Clarke. Del gruppo di detenuti fanno parte una dozzina di cittadini o residenti in Gran Bretagna che hanno trascorso un periodo di detenzione nel carcere speciale americano. Fra loro vi sono, Binyam Mohamed, Bisher al-Rawi, Jamil el Banna, Richard Belmar, Omar Deghayes, Binyam Mohamed e Martin Mubanga. L’accusa di complicità nelle torture investe le agenzie di intelligence britannica e tre ministeri del governo.
La decisione è stata presa per evitare che in un processo pubblico fossero divulgati documenti e decisioni ancora classificate o comunque giudicate delicate per la sicurezza nazionale. Lo scorso maggio, un tribunale d’appello aveva decretato che il governo non avrebbe potuto fare leva su "prove segrete" per difendersi contro i querelanti. E a luglio, l’Alta corte aveva ordinato la pubblicazione dei circa 50mila documenti relativi al caso. Era stato allora che il Premier, David Cameron, aveva lasciato intendere la sua disponibilità al raggiungimento di un accordo extra giudiziale con gli ex detenuti del carcere speciale americano.
Per preparare il caso, erano stati mobilitati un centinaio di funzionari dei servizi di intelligence. "I nostri servizi sono paralizzati dalle carte nel cercare di difendersi in tribunale in casi complessi con regole incerte. La nostra reputazione come Paese che crede nei diritti umani, nella giustizia, nella correttezza e nella legge, che in larga misura i servizi devono proteggere, rischia di essere messa in discussione", aveva dichiarato il Premier allora. Il Guardian parla di un compenso del valore di "milioni di sterline", più di un milione dei quali a uno solo dei querelanti, frutto di settimane di negoziati fra il governo e i legali degli ex detenuti.