Guardare i Surrealisti al Vittoriano è come fare un tuffo nella realtà
11 Ottobre 2009
Il 9 ottobre, al Vittoriano di Roma, si è inaugurata una mostra sulle avanguardie storiche, il Surrealismo e il Dadaismo, curata dal critico d’arte, saggista, poeta e collezionista Arturo Schwarz. Fino al 7 febbraio del 2010, più di cinquecento opere – olii, sculture, ready-made, collage – mostreranno ai visitatori qual è stato il percorso figurativo compiuto dagli “stravaganti e irrispettosi” artisti di questi movimenti rivoluzionari.
Le avanguardie storiche nascono come “opposizione” alle brutture del mondo moderno, stravolto dalla Prima guerra mondiale. Gli sperimentatori sono degli anticonformisti, dei provocatori, pronti a contaminare linguaggi artistici diversi. Dadaismo e Surrealismo appaiono come una particolare disposizione dello spirito, un nuovo modo di pensare e di porsi nei confronti della realtà. Entrambe le correnti esibiscono il rifiuto della logica e del decoro per esaminare e indagare il comportamento umano oltre il "Velo di Maya".
I Surrealisti danno rilievo al sogno per dare libero sfogo alla propria creatività, liberandosi dai limiti imposti dalla "Ragione". Breton parla di «automatismo psichico», un susseguirsi di associazioni mentali che consente all’artista di far riaffiorare le immagini provenienti dall’inconscio, «liberamente e senza filtri». L’opera d’arte deve stupire, provocando una reazione nell’osservatore. Movimenti culturali successivi, come il Beat americano, riprenderanno queste tecniche elaborandole in nuovi contesti.
Ma se volessimo analizzare la ricaduta di queste avanguardie nella cultura popolare contemporanea, la prima cosa che ci viene in mente è la pubblicità. Magritte e Dalì sono stati spesso d’ispirazione per i "creativi" che non solo pubblicizzano un prodotto ma vogliono fare del proprio gesto artistico uno «strumento di contestazione e denuncia sociale». (Si pensi alle campagne di un fotografo come Oliviero Toscani.) E così gli elementi della realtà vengono stravolti tanto da creare una nuova realtà nuova, in cui il prodotto reclamizzato viene associato a un’altra immagine fantastica, divertente e inconsueta. In modo da uscire dagli schemi, e accentuando la "mnemonizzazione" del marchio.
Anche il cinema è stato profondamente influenzato dal Surrealismo, quella «finestra sui sogni, gli incubi, le cose proibite» che tanto esaltavano gli sperimentatori del Novecento. Il Surrealismo supera il Dadaismo (che voleva affrancare le immagini «dall’obbligo di produrre senso») e – influenzato dalle teorie freudiane – propone un cinema che si svincoli dall’esteriorità per «scavare in profondità nell’animo umano». Non c’è più una successione logica nel Tempo, ma il passato si mescola con il presente e il futuro. Un’arte che sembra fatta apposta per la simultaneità della nostra Epoca.