“Hacker Usa contro il Cremlino”, in Russia ancora ridono
05 Novembre 2016
“Propaganda pre-elettorale e retorica”, così il consigliere di Vladimir Putin per l’agenda digitale, Klimenko, commenta a Life tv l’attacco hacker da parte degli Usa al Cremlino. “Dichiarazioni del genere non si fanno mai, non si avverte (gli avversari, ndr) e le persone autorizzate a compiere queste azioni di regola tacciono”, ha detto il consigliere. “Queste dichiarazioni vanno trattate con il debito livello di sarcasmo, tuttavia è pur sempre necessario cambiare le password poiché teoricamente è possibile l’attacco cybernetico contro obiettivi strategicamente importanti del Paese”.
La Russia si aspetta inoltre che gli Stati Uniti facciano una valutazione giuridica delle notizie dei media sui presunti attacchi informatici ai sistemi informativi russi da parte di hacker americani. Lo ha annunciato la portavoce del ministero degli Esteri della Federazione, Maria Zakharova. “A seguito delle notizie di stampa emergenti circa l’infiltrazione di hacker militari in sistemi di telecomunicazioni ed elettronici russi, così come nei sistemi di comando del Cremlino, ci aspettiamo che le autorità degli Stati Uniti, tra cui la Casa Bianca e il dipartimento di Stato facciano una valutazione giuridica di tali informazioni”.
“Nessuna reazione ufficiale del governo degli Stati Uniti – ha aggiunto – significherà l’esistenza del terrorismo informatico di stato negli Usa e se le minacce espresse da parte dei media fossero attuate, Mosca avrebbe il diritto di portare avanti le accuse contro Washington”. Venerdì scorso, NBC News ha riferito che hacker militari statunitensi erano penetrati nella rete elettrica russa, in quelle delle telecomunicazioni e nei sistemi di comando del Cremlino, rendendoli vulnerabili agli attacchi delle armi informatiche (cyberweapon) segrete degli Stati Uniti.
La sicurezza dei sistemi informatici russi è tale da assicurare una risposta “adeguata al momento in cui ci troviamo e anche alle minacce espresse contro di noi a livello ufficiale da esponenti di altri paesi”, ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov, citato dall’agenzia di stampa Tass. Della serie, sono mesi che non si riesce a capire chi sta attaccando gli Usa, se wikileaks, manine russe o cinesi, e giorni fa un’altra bordata ha mandato giù i siti delle grandi corporation americane. Giallo su esecutori e mandanti. E invece, gli Usa di Obama e si spera non del suo ex segretario di Stato, Hillary Clinton, ordinano un contrattacco e i giornaloni americani ci mettono sopra la firma dei comandi militari Usa. Forse ha davvero ragione il consigliere di Putin, a ironizzare.