Haiti tra caos e speranze: estratte vive dalle macerie altre due persone

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Haiti tra caos e speranze: estratte vive dalle macerie altre due persone

18 Gennaio 2010

Si continua a scavare sotto le macerie ad Haiti. Finora sono almeno 70mila i corpi seppelliti nelle fosse comuni dopo il violentissimo sisma di 6 giorni fa, ma la speranza di trovare ancora sopravvissuti è forte. Port-au-Prince piange le sue vittime, cerca una via di fuga per i sopravvissuti e lancia continui Sos. Mancano beni di prima necessità, cibo, acqua. Il rischio di contrarre malattie infettive resta alto, gli orfanotrofi continuano a "gonfiarsi". Nelle vie della città centinaia di persone vagano senza una meta. In queste ore, alla disperazione continua ad aggiungersi il caos. 

La situazione ad Haiti "non migliora, le strade sono piene di gente disperata. La mancanza di cibo e di acqua potabile causa ulteriore stress". Lo afferma Medici senza frontiere, le cui equipe stanno, fra l’altro, lavorando 24 su 24 nelle sale operatorie allestite per i feriti. È "enorme" la richiesta di interventi chirurgici salva-vita. Nel frattempo si stanno cercando altre strutture, portando un ospedale gonfiabile da campo. Nel suo nuovo ospedale nel distretto di Carrefour, un’equipe chirurgica ha realizzato 90 operazioni mentre un’altra ha effettuato 20 interventi chirurgici in un container. A Port-au-Prince sono arrivati oltre 100 operatori umanitari per dare supporto alle equipe che lavoravano stabilmente a Haiti già prima del terremoto. Tra loro vi sono chirurghi, anestesisti, nefrologi e psicologi.

Le squadre di soccorso hanno estratto altre due persone vive dalle rovine del supermercato dove stava lavorando l’italiano Antonio Sperduto al momento del terribile terremoto. Si tratta di un uomo e di una donna salvati dalla squadra di soccorritori della Florida e arrivati dalla Turchia che poche ore prima avevano estratto altre tre persone vive dalla macerie. L’uomo, racconta l’inviato della Cnn che riporta la storia del miracoloso salvataggio, ha fatto il segno di vittoria, con il pollice alto, mentre veniva portato via in barella. L’uomo, riferisce Ivan Watson della Cnn da Port-au-Prince, ha detto che entrambi sono riusciti a sopravvivere mangiando burro di arachidi e gelatina. Il salvataggio, effettuato nella tarda serata di domenica (le prime ore del giorno in Italia), porta a 5 il numero complessivo di persone estratte dal supermarket.

Il cadavere di una donna ritrovato sotto le macerie di un palazzo a Port-au-Prince è stato, invece,  identificato per errore sabato notte come quello della funzionaria spagnola dell’Ue Pilar Juarez, ha reso noto il ministero degli Esteri di Madrid. Il ministro Miguel Angel Moratinos ha chiesto personalmente scusa alla famiglia della donna per l’errore, riferisce la stampa di Madrid, dovuto al "cattivo stato" dei corpi estratti dalle macerie. Per ora è stata confermata la morte di due spagnoli in Haiti: marito e moglie, lui di origine haitiana, si erano recati nel paese caraibico per incassare una eredità.

Mentre il governo di Haiti – indotto dal caos, dalle violenze e dai saccheggi – ha annunciato di avere imposto lo stato di emergenza per tutto gennaio e di avere proclamato il lutto nazionale per la durata di un mese in memoria delle decine di migliaia di vittime del sisma, per oggi è atteso l’ex presidente americano Bill Clinton, nella sua veste di inviato speciale dell’Onu, per incontrare il presidente Rene Preval e coordinare gli interventi nel paese devastato dal sisma. Arriverà con un aereo carico di materiale d’emergenza: viveri, acqua, medicine, batterie solari, radio portatili, generatori da distribuire in 14 punti distinti della città. Ma non è tutto: il Pentagono ha fatto sapere che gli Stati Uniti potranno contare da oggi sulla presenza di 12.500 militari nell’area colpita dal terremoto. E la Casa Bianca ha annunciato che per l’emergenza Haiti saranno mobilitati alcuni reparti di riservisti. Clinton ha sottolineato che l’obiettivo primario è quello di mettere insieme in breve tempo un meccanismo in grado "di far arrivare velocemente cibo, acqua, medicine, alla gente garantendo loro sicurezza ed informazioni".

La Francia ha deciso di donare 10 milioni di euro all’Onu per rispondere alla richiesta di aiuti urgenti per Haiti. Tra i maggior contributori della Ue, in testa c’è la Gran Bretagna che stamattina ha annunciato di triplicare gli aiuti, a 22,6 milioni di euro. La Germania si è impegnata per 7,5 milioni di euro. Domenica il ministro degli esteri Franco Frattini ha riferito che l’Italia ha già impegnato 5 milioni di euro ed ha deciso di cancellare il debito di Haiti che ammonta a 40 milioni di euro. L’appello Onu punta a raccogliere 562 milioni di dollari. Secondo quanto affermato dall’alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, Catherine Ashton – che ha convocato per oggi a Bruxelles una riunione straordinaria dei ministri dello Sviluppo dei Paesi Ue per coordinare gli aiuti d’emergenza ad Haiti –,  l’Ue sta intanto pensando di stanziare 20 milioni di euro e il Canada ha annunciato che il prossimo 25 gennaio si terrà a Montreal un vertice dei Paesi che sono intervenuti ad Haiti per portare soccorso ai sinistrati.

Nonostante la macchina dei soccorsi continui a aumentare di potenza per tentare di rispondere alle necessità più urgenti dei sopravvissuti, le strade della capitale si sono trasformate in un Far West dove le orde di disperati e le gang di sciacalli armati di machete si affrontano con le forze di polizia, costrette a mettere mano ai fucili per impedire i saccheggi e proteggere i più deboli in particolare le decine di bambini che vagano per la città alla ricerca disperata di un genitore che non c’è più.

L’Italia intanto si commuove di fronte ai 13 connazionali che ieri sono stati rimpatriati lasciandosi alle spalle la devastata terra di Haiti e con il trascorrere dei giorni. Ma a una settimana dal sisma sono 7 gli italiani ancora da contattare, mentre per altri 3 – Antonio Sperduto, sotto le macerie del Caribbean Market, Guido Galli e Cecilia Corneo, tra le rovine dell’Hotel Christopherci –  ci sono "fondate e concrete ragioni di forte preoccupazione". È quanto riferisce la Farnesina in una nota, nella quale informa che la squadra inviata dall’Unità di crisi a supporto dell’azione dell’ambasciata d’Italia a Santo Domingo e del vice consolato onorario italiano ad Haiti sta operando per definire in maniera quanto più chiara e completa possibile il quadro dei connazionali mancanti all’appello, in collaborazione con le diverse componenti italiane nell’isola, le diverse squadre di partners europei e compatibilmente con le difficilissime condizioni locali.

Nessuno rinuncia a scavare mentre il paese resta nel caos.