Hamas considera Obama un bugiardo e l’ANP un governo fantoccio
26 Maggio 2009
C’è poco da trattare con i dirigenti di Hamas. Le aperture di Obama sono un modo per favorire “l’entità sionista” e “ingannare la comunità internazionale”. Il dialogo interpalestinese un’occasione per indebolire il nuovo governo guidato da Fatah. Fawzi Barhoum, il portavoce di Hamas a Gaza, è stato molto chiaro: “Le affermazioni e le manifestazioni di speranza del presidente statunitense hanno l’unico obiettivo di ingannare la comunità internazionale in merito a qualsiasi questione legata ai comportamenti e all’esistenza dell’entità sionista razzista”.
L’irrazionalità di Hamas non vacilla neppure di fronte alla formula “due popoli/due stati” sostenuta con vigore da Obama durante l’incontro con il premier israeliano Netanyahu. Al contrario, i dirigenti di Hamas non ritengono che il presidente americano sia davvero intenzionato a contrapporsi alla destra di Netanyahu con cui dovrà convivere per almeno altri 4 anni e sottolineano come “crescono i rapporti tra sionisti e americani alle spese dei principali diritti dei palestinesi”.
Il movimento integralista islamico scandisce a voce alta l’ostilità verso gli Stati Uniti e ribadisce un forte atteggiamento di chiusura al dialogo interpalestinese, punto cruciale per la pace in Medio Oriente all’indomani del giuramento del nuovo esecutivo dell’Anp. Hamas “non riconoscerà e non tratterà con il nuovo governo” palestinese definito “accondiscendente nei confronti dei desideri americani e sionisti”. La formazione del nuovo governo, guidato da Fayyad e composto per metà da ministri che sono esponenti di Al Fatah, è “illegittima dal momento che sono in corso le sedute per il dialogo nazionale al Cairo”.
Non c’è dubbio che la costituzione del nuovo governo dell’Anp senza Hamas abbia indebolito il negoziato per l’unità dei palestinesi. I colloqui del Cairo non solo si sono conclusi senza un accordo definitivo, ma sono stati segnati dall’acuirsi delle divisioni tra i palestinesi della West Bank e quelli di Gaza. In questo clima di ostilità diffusa appare piuttosto utopica la previsione annunciata il 17 maggio al Cairo da un responsabile di Al Fatah riguardo la formazione di forze di sicurezza congiunte nella striscia di Gaza che vedrebbe uomini delle due fazioni operare insieme fino al 2010. L’appuntamento è per il 7 luglio al Cairo, data in cui si svolgeranno ulteriori colloqui il cui obiettivo dichiarato sarà un Governo di unità nazionale che sovrintenda alla ricostruzione di Gaza e prepari nuove elezioni politiche e presidenziali in tutti i Territori.