“Hanno mandato al macero gli archivi del partito socialista”

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“Hanno mandato al macero gli archivi del partito socialista”

07 Dicembre 2007

Stefania Craxi, come è nata l’idea di mettere a disposizione del Senato parte dell’archivio della fondazione Craxi? 

“Noi abbiamo partecipato a questo progetto di Palazzo Madama che si chiama “archivio on line” dove loro hanno messo insieme tutte le fondazioni storico – politiche italiane, quelle che fanno riferimento a Saragat, a  Gramsci, a Don Sturzo, a Nenni, e  ci hanno dato i fondi per digitalizzare una parte del nostro archivio e noi lo abbiamo fatto volentieri. Così da oggi pomeriggio tutti gli italiani potranno leggere i documenti di (e su) Craxi e farsi un’idea storica di questo statista”. 

Che cosa rappresenta per la politica italiana tutto ciò? 

Per noi invece è la fine di un lungo lavoro che è durato due anni mentre il lavoro complessivo sull’archivio Craxi è stato di quattro anni. Da ora in po”. Così  studenti e  studiosi potranno avere a propria disposizione questo patrimonio. Certo ci sono state grandissime difficoltà di tipo pratico”. 

Quali?

“Mentre è facile trovare buona parte della storia dell’Italia democristiana all’istituto Don Sturzo e di quella comunista nell’istituto Gramsci, quella socialista è molto frammentata e in parte è anche andata persa. Perché hanno preso gli archivi del partito e li hanno letteralmente  mandati al macero”.

Chi li ha mandati al macero? E perché? 

“Questo non lo so. C’è una sorta di buco nero della storia italiana che riguarda il partito socialista. Posso dire che tutto ciò è avvenuto a cavallo degli anni ’90.
Oggi io posso affermare di essere contenta che almeno una parte di questa storia è stata conservata e ricostruita”. 

Una sorta di “damnatio memoriae” di Craxi? 

“Chiamiamola una diaspora degli archivi se preferisce”.

Una diaspora comunque avvenuta negli anni di tangentopoli?

“E’ così”.

Questa iniziativa è ovviamente anche una definitiva consacrazione alla storia della figura di Bettino Craxi, qualora ce ne fosse stato bisogno, sottraendola alle cronache giudiziarie degli anni ’90?

“Ovviamente. Anche se quando si parla di Craxi dovremmo dire che si sta parlando del presente più che del passato. Tutto ciò di cui di discute oggi, ritorno al proporzionale, grandi riforme, modifica della costituzione, riforma del sistema bicemerale, ne è la prova vivente. Craxi quei temi li aveva già messi sul tappeto 30 anni orsono.”

Questo significa che persino un presidente del consiglio può non essere “profeta in patria”? 

“Esattamente. Craxi ha talmente tanto anticipato i tempi che nessuno lo ha capito. O voluto capire. Tutto ciò è impressionante.”

Oggi ho letto su “Repubblica” che fra le carte lei conserva un suo biglietto autografo in cui Bettino dice che la cosa peggiore sarebbe quella di “essere riabilitato da coloro che mi hanno ucciso”. Ma non è esattamente quello che sta capitando? 

“Forse è vero. Ma Craxi non ha cessato di parlare e, sia pure tramite la sua fondazione, Craxi non ha cessato di essere la coscienza critica di chi ha tentato di appropriarsi della sua storia o di raccontarla in maniera menzognera. E fintanto che sarò viva io questa lotta continuerà.”

“Repubblica” ovviamente ha subito scovato le carte anti Berlusconi.. 

“Lì c’è tutta la storia d’Italia degli ultimi venti anni e ognuno può trovarci ciò che crede.”

Chi è che ha osato l’oltraggio di riabilitare la persona che  precedentemente aveva tentato di uccidere? 

“Beh il Partito democratico ad esempio e ancora prima i Ds e il Pds. Questa specie di partito cooperativo come lo ha chiamato Barbara Spinelli, dove c’è un po’ di tutto da Kennedy a Pol Pot, da don Milani a Che Guevara. In uno scaffale un po’ in fondo hanno tentato di metterci anche Craxi. Ma si tratta di un Craxi geneticamente modificato: raccontato a modo loro.

E la fondazione Craxi ha avuto almeno il merito di mettersi di traverso a questo progetto.”

A proposito di chi racconta Craxi a modo proprio, non mancano quelli che se lo vendono come anti americano. Magari prendendo spunto dal discusso episodio di Sigonella..

Eh, lei ha fatto  proprio l’esempio perfetto. Craxi difendeva la sovranità nazionale. Ma a Sigonella Craxi non mette in campo nulla di anti americano. Semplicemente ha evitato un grosso problema diplomatico con l’Egitto di Mubarak con cui si era impegnato a liberare Abu Abbas. All’epoca considerato il mediatore di Arafat per la liberazione dgli ostaggi della Achille Lauro.

All’interno di quell’aereo bloccato dagli americani c’era un commando delle forze speciali egiziane armato fino ai denti. Pensi cosa poteva accadere se gli americani avessero tentato di prenderlo in consegna.. Craxi ha evitato un clamoroso incidente diplomatico tra l’America e l’Egitto e magari anche una sparatoria all’aereoporto di Sigonella facendo intervenire per primi i carabinieri. Detto questo la cosa non può essere venduta come segno del suo antiamericanismo. Tanto è vero che in seguito Reagan “capì” e lo invito negli Stati Uniti. La fede occidentale di mio padre Bettino nessuno la può mettere in discussione.”

E la morte dell’ebreo americano Leon Klinghoffer? 

“In un atto di guerra ci scappa spesso il morto.”

Qualcuno parlerebbe di terrorismo internazionale più che di guerra.. 

“Può darsi. Come può darsi che mio padre nel 1985 non abbia letto  i prodromi di quello che si sarebbe scatenato dopo l’11 settembre 2001. Ma, come è noto, mio padre morì il 19 gennaio del 2000. Può darsi che lui abbia sottovalutato la forza di quel terrorismo e che abbia sbagliato. Ma in quel momento lui non poteva agire diversamente.”

Comunque usare questo episodio per fare di Craxi un eroe dell’anti americanismo è roba da sciacalli.. 

“E’ più semplicemente una menzogna bella e buona”.

Un’altra cosa di suo padre che viene venduta in chiave anti occidentale è la vicinanza di Craxi ad Arafat e alle ragioni dei palestinesi, quasi lui fosse ostile a Israele. Come stanno invece le cose? 

“Il popolo palestinese aveva e ha le sue buone ragioni. Lui pensava che, per arrivare a una pace in quel grande bubbone medioorientale che è stato il conflitto arabo-israeliano,  ci fosse bisogno di un interlocutore tra i palestinesi. E Arafat, premio Nobel per la pace dopo Oslo, sembrava l’unica persona di quel calibro. Craxi fu però durissimo con Arafat per convincerlo a abbandonare la lotta armata contro Israele.”

E invece, con Israele Craxi che rapporti aveva?

“Ha sempre difeso il diritto all’esistenza e alla pace del popolo israeliano. Certo era contrario al disegno della grande Israele ma ha sempre difeso il diritto di quello stato a esistere in pace con i propri vicini. E questo lo ha fatto anche nei due viaggi in Israele in cui mi portò con lui.”

Non è un mistero che ci siano divergenze tra lei e suo fratello a proposito di quelli che prima ammazzarono Craxi e lo costrinsero all’esilio e oggi lo riabilitano.. 

“Nella maggior parte delle famiglie italiane esistono queste divergenze familiari. Detto ciò Bobo l’unica volta che fu eletto deputato lo fu nelle file di Forza Italia. E’ lui ad avere cambiato idea su quella gente, non io.”

Rispetto a quello che sta succedendo oggi tra la politica e la magistratura, si può dire che  Craxi avesse previsto tutto ben prima di tangentopoli..? 

Eh sì, almeno dieci anni prima. Adesso noi stiamo mettendo a punto un documentario sulla vita di mio padre che il prossimo 22 gennaio sarà presentato al cinema Embassy a Roma e che si intitola “La mia vita è stata una corsa”. In una ripresa si vede lui che sostiene che già all’inizio degli anni ’80 il vero problema istituzionale era la politicizzazione della magistratura. Questo paese è composto da caste che cercano di conservare i propri privilegi. Esisteva quindi un problema particolare di una parte della magistratura che faceva politica e uno più generale di una casta che avendo ottenuto molti privilegi sul piano sociale ed economico non poteva che cercare il potere poltico per chiudere il cerchio.

Il tutto in un paese in cui se uno fa un decreto ingiuntivo per riavere i soldi da un truffatore non ottiene nulla o se cerca di liberare un appartamento per darlo al figlio che si sposa non riesce a sfrattare l’inquilino. Così l’Italia è diventata un paese in cui nessuno dall’estero vuole più investire.”

Insomma l’unica giustizia che funziona è quella politica a orologeria? “

“La stessa magistratura ormai si comporta come se fosse una parte politica.. ci sono anche gli altri giudici che  fanno il proprio dovere, ma quelli di solito se ne stanno in silenzio.”

C’è traccia nelle carte di Craxi messe a disposizione in copia del Senato del fatto che l’operazione tangentopoli fosse partita dall’America? 

“Qualcosa c’è. L’amministrazione americana non era un blocco unico. Una parte era amica di Craxi e apprezzava il suo linguaggio diretto. Era quella di Reagan. Che spesso diceva: finalmente un politico italiano che si capisce quando parla. Un’altra parte era sicuramente a lui avversa.”

Perché? 

“Perché non era facilmente manovrabile. Non era asservibile. Anche io, come mio padre, sono convinta che ci fu una mano straniera dietro lo scoppio di “mani pulite”, ma non mi si chieda chi sia perché se sapessimo il nome di chi ha fatto il “golpe” da tempo lo avremmo denunciato”.

Su cosa si basavano questi sospetti? 

“Prima di tutto la figura di Di Pietro era controversa. Chi lo conosceva prima? Da dove veniva? Chi gli passava le dritte e i documenti? E poi perché tutti quei viaggi in America nel periodo delle indagini?”

Altre cose?

“Il sistema di ascolto che viene usato per intercettare le telefonate di Craxi in Tunisia, il tutto senza chiedere permesso a uno stato sovrano, era, anche tecnicamente, molto sofisticato. Troppo. Come era stato allestito? E poi mi fa ridere che oggi se la prendono per i commenti della Forleo su D’Alema nella richiesta per utilizzare le intercettazioni dell’inchiesta Unipol.. all’epoca il pm Paolo Ielo disse in udienza di Bettino che era un “criminale  matricolato” e ancora non era stato neanche condannato in via definitiva , però il Csm non intervenì di certo per censurarlo.. già all’epoca tutte le nostre telefonate più private finirono sul “Corriere della sera” ma allora non importava niente a nessuno..”

Craxi fu un agnello sacrificale? 

“No. Fu un capro espiatorio, che, come spiega la teoria relativa, viene utilizzato per placare gli animi della gente in un momento di crisi istituzionale ed economica che ancora perdura nel nostro paese.

Io me li ricordo gli italiani di quindici anni fa che volevano una seconda repubblica. Adesso ce l’hanno. Sono contenti?  Mi sa di no. E li capisco. Anche io avrei preferito avere una repubblica vera, senza aggettivi numerali..che quelli non servono a niente”.