Hezbollah, Iran e Russia, chi sta facendo vincere Assad in Siria

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Hezbollah, Iran e Russia, chi sta facendo vincere Assad in Siria

21 Maggio 2013

Che dietro i rinforzi di Hezbollah al regime siriano di Bashar al-Assad ci sia la Repubblica Islamica dell’Iran è il segreto di pulcinella. Sponsorizzati da anni da Teheran, i martiri sciiti del Partito di Dio sono caduti in gran numero nell’attacco a Qusayr, il bastione del ribelli sunniti siriani. Finalmente se ne accorge anche il Dipartimento di Stato americano, Obama ha parlato con il presidente libanese Suleiman cercando rassicurazioni, Kerry non commenta le voci che arrivano dal suo "dicastero" anche se il no comment potrebbe essere una conferma implicita.

"E’ lo sforzo piu’ evidente da parte di Hezbollah di entrare direttamente nel conflitto siriano come forza straniera e abbiamo capito che ci sono anche li’", dice la gola profonda del Dipartimento di Stato, che ha ottenuto informazioni fresche dell’Esercito libero siriano. Non è chiaro se gli iraniani stanno partecipando attivamente alle operazioni militari in Siria ma non sorprenderebbe. Nè si può sperare di ragionare con i mullah atomici se è vero che anche il "moderato" Saeed Jalili, capo negoziatore di Teheran e candidato alle prossime presidenziali del 14 giugno, dice di essere cresciuto a pane e antiamericanismo. 

Dunque, dietro Hezbollah c’è Ahmadinejad ma perché l’iraniano si sente così sicuro di sé? Semplice, ha dalla sua la Russia di Putin, che ha fornito armi antimissile al regime siriano e adesso per bocca del ministro degli esteri Lavrov chiede a Kerry di far sedere l’Iran al tavolo della Conferenza Internazionale per la Siria. "Se ammettiamo che l’Iran ha una solida influenza nell’area," ha detto domenica Lavrov, "allora siamo obbligati a farlo partecipare alle trattative". Non fa una grinza. Assad può contare ancora sui suoi vecchi amici e si prepara a cogliere il successo di Qusayr.

Ma anche a Washingot qualcosa si sta muovendo. La commissione esteri del Senato ha appena approvato una legge che permetterebbe agli Usa di fornire un numero ridotto di armi ai gruppi della opposizione moderata siriana. La legge è passata con 15 voti contro 3. Ora tocca al Senato decidere. Obama ha già rifiutato una proposta simile l’anno scorso, nonostante le pressioni di Petraeus e della Clinton, ma forse il vento in America sta cambiando, soprattutto se Francia e Gran Bretagna dovessero accettare di fare da intermediari come nello schema libico. Per il Senatore repubblicano John McCain, la proposta di legge è "un segnale all’amministrazione Obama" di impegnarsi una volta per tutte nella soluzione della crisi siriana.