Hezbollah mette in fuga UNIFIL: colpa delle regole d’ingaggio
23 Aprile 2008
La situazione in Libano rischia di precipitare. Non c’è solo l’impasse politico
a destare preoccupazione in Occidente e nelle capitali dei paesi arabi
moderati. Sono molti, troppi, i segnali negativi che negli ultimi mesi giungono
dal Paese dei Cedri. Ci si è messo pure il numero due di Al Qaeda Ayman Al
Zawahiri che ieri ha incitato i libanesi a cacciare i crociati di UNIFIL dal
territorio libanese. La sparata di Zawahiri ha seguito solo di qualche giorno
le dichiarazioni del presidente Assad che ha parlato di una Siria pronta a
rispondere a qualunque provocazione israeliana, nel caso anche fino alla guerra. Le
dichiarazioni di Assad sembrano trovare una preoccupante conferma nel rafforzamento
del dispositivo militare sul confine con Israele – in particolare sul versante
siriano del Golan – e con il Libano, in corso da qualche tempo. Misure analoghe
le sta prendendo Israele, che due settimane fa ha condotto una grande
esercitazione in cui sono stati simulati attacchi missilistici simultanei
provenienti da Gaza, Libano, Siria ed Iran. Guarda caso tutti segnali che si
vanno materializzando in concomitanza con gli spiragli che sembrano aprirsi sul
fronte israelo-palestinese. Un classico della storia mediorientale: man mano
che la pace sembra avvicinarsi, la guerra sopravanza, quasi a ricacciarla
indietro.
Sempre di ieri è la notizia che una pattuglia di UNIFIL si sarebbe
imbattuta nella notte tra il 30 ed il 31 marzo in un automezzo sospetto venendo
a contatto con personale armato. La notizia, riportata sul sito del quotidiano
israeliano Haaretz, è stata ripresa dal rapporto semestrale presentato dal
segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon, dove era appena accennata. Dopo le prime
smentite e una ridda di voci, il comando di Naqoura ha confermato che si
trattava di una pattuglia italiana e che il contatto con elementi armati c’è
stato anche se non ne è scaturito un confronto a fuoco. Secondo alcune in
descrizioni, i militari italiani che seguivano il carico sarebbero stati
intercettati da due Mercedes con cinque uomini armati a bordo (le scorte e le
vedette di Hezbollah a sud del Litani viaggiano sempre in Mercedes…) e
avrebbero applicato le procedure operative previste dalle regole di ingaggio
sganciandosi e facendo rientro alla base. Brutta figura? Forse, ma se il
mandato di UNIFIL è questo, non si può fare diversamente.
Questo episodio, che probabilmente si somma ad altri di cui non uscirà
mai niente sui giornali, getta un’ombra ulteriore sulla reale efficacia della
missione UNIFIL e sull’effettivo stato del riarmo di Hezbollah. Nel succitato
rapporto, si parla di un presunto arsenale di Hezbollah di oltre 30.000 razzi.
La citazione, che riprende una fonte israeliana, non pu%C3