Hezbollah usa i cartelli della droga messicani per sconfinare negli Usa

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Hezbollah usa i cartelli della droga messicani per sconfinare negli Usa

01 Aprile 2009

E’ da Laredo, in Texas, al confine con il Messico, che transitano gli uomini di Hezbollah diretti negli Stati Uniti. El Paso e San Diego sono altri due punti di accesso usati dal "Partito di Dio" per raggiungere le città degli Usa e muoversi a nord verso il Canada. Sono le stesse rotte in mano ai cartelli del narcotraffico messicano.

Hezbollah usa il traffico di droga e dei clandestini per finanziare le sue operazioni e minacciare la sicurezza nazionale americana, spiegano la magistratura, gli esperti della difesa e del controterrorismo Usa. Secondo la Drug Enforcement Administration (DEA), "Mafiosi messicani e terroristi di Hezbollah lavorano insieme. In un modo o nell’altro sono connessi e stanno rafforzando la loro alleanza per avere dei benefici comuni”.

Sebbene non ci siano fonti certe che confermino l’organizzazione di attentati contro gli Usa, Hezbollah si è incuneato nella guerra dei narcotrafficanti sudamericani che, solo lo scorso anno, ha fatto qualcosa come 7.000 morti, destabilizzando il confine tra Messico e Stati Uniti. Una decina di giorni fa, il segretario di Stato Clinton è andata in Messico per cercare di venire a capo della questione.

L’obiettivo di Hezbollah è cercare fondi nella vasta comunità libanese e della diaspora sciita che unisce il Medio Oriente, l’Africa e le Americhe. Una fetta consistente degli introiti provenienti dal confine tra Messico e Usa vengono da attività illecite. Milioni di dollari che finiranno nelle tasche della dirigenza libanese per finanziare il ‘welfare’ e il riarmo di Hezbollah.   

L’anno scorso la giustizia messicana ha condannato a 60 anni di carcere Salim Boughader Mucharrafille per traffico di droga e immigrazione clandestina. Aveva fatto entrare negli Usa almeno 200 clandestini, compresi elementi di Hezbollah. Mucharrafille è un messicano di origini libanesi, proprietario di una caffetteria nella città di Tijuana al confine con San Diego.

Per la magistratura americana “non è una novità” che i membri di Hezbollah scelgano le rotte della droga per entrare negli Usa. “I cartelli messicani non sono fedeli a nessuno – ha detto un investigatore al Washington Times – Possono dare aiuto a tutti i più nefasti gruppi che vogliono raggiungere gli Stati Uniti. Ecco perché i nostri confini sono una seria questione di sicurezza nazionale”. Un altro ufficiale della Difesa americana ha sottolineato che Al Qaeda potrebbe usare le stesse rotte per infiltrare i suoi operativi negli Usa. “Se avessi i soldi per farlo, sarebbe questo il modo in cui lo farei”.

L’amministrazione Obama si sta preparando a inviare decine di agenti federali al confine con il Messico per rafforzare la guerra contro i cartelli della droga: avranno il compito di identificare i clandestini, monitorare e smantellare la rete finanziaria e logistica delle mafie sudamericane, scoprire quali sono i link tra i gruppi dei narcotrafficanti e gli sponsor del terrorismo islamico. Secondo la DEA dietro a Hezbollah si nascondono anche gli interessi di altre organizzazioni mediorientali, come le Guardie della Rivoluzione iraniana.

Circa il 60 per cento delle organizzazioni terroristiche mondiali avrebbe rapporti con il narcotraffico messicano, a leggere i dati forniti dal portavoce dell’agenzia Courtney. I cartelli hanno ammassato miliardi di dollari grazie al traffico di cocaina (il 90 per cento della polvere bianca che entra negli Usa), e si stima che i boss messicani possano fare affidamento su almeno 100.000 uomini.