Ho 18 anni e vorrei mettermi la minigonna, ma mi chiamo Fatima

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Ho 18 anni e vorrei mettermi la minigonna, ma mi chiamo Fatima

01 Maggio 2011

Non ricordarmelo: la mia prima l’ ho messa a 16 anni ed è stato un punto di non ritorno. Fino a quel momento pensavo di essere la più interessante della classe perché leggevo Kafka e prendevo sempre 8 e 9. Ma nessuno mi filava, ero trasparente. Quel giorno, all’improvviso tutto cambiò: sguardi, sorrisi, inviti alle feste. Dai maschietti, naturalmente. Le femmine da allora mi rivolsero solo sguardi di invidia marcia (avevo gambe non male, in effetti).

Ma tuo padre è nato a Lahore, Pakistan e il problema per te è grande. Per lui tu sei un’eterna minorenne, come tutte le donne. Puoi anche non metterti il Hijab, il foulard islamico, ma rimarrà convinto che tu non sarai mai capace di gestire i segnali erotici che il tuo corpo emana. Non è colpa sua: lui dà ascolto agli Imam, alla sua comunità che crede che la sharia ti costringa a vivere sotto la autorità tutoria dei maschi di casa. Se no, sono botte, o peggio. Che fare dunque? Non lo so con certezza, perché è questione più che delicata. Non credo serva a molto chiedere la complicità di tua madre, perché lei teme tuo padre, teme il disprezzo della comunità, teme per il tuo futuro. Forse, la cosa migliore è che tu ne parli con le tue professoresse, con le tue compagne di classe, che tu spieghi loro cosa significa essere una giovane musulmana in Italia. Cosa significa avere un padre che giudica una disobbedienza religiosa il fatto che ti possa innamorare di un ragazzo cristiano. Un padre sicuro che tu non possa mai sposarti se non col suo consenso formale. Un padre convinto che la testimonianza di una donna in tribunale, come accade in tanti paesi islamici, valga la metà di quella di un uomo.

Insomma, a differenza delle tue amiche e compagne di classe, prima di fare come loro, devi costruirti una protezione, un aiuto, un appoggio. Se no rischi. Potresti chiedere alle tue insegnanti di parlare con tuo padre, di spiegargli che è in Italia e che se vuole vivere nel nostro Paese deve obbedire alle leggi italiane, non solo alle leggi penali, ma anche a quelle che stabiliscono che se tu vuoi indossare la minigonna e flirtare con un ragazzo cristiano, ne hai pieno diritto. Lo so che è difficile, ma devi costruire con  pazienza e la saggezza dei tuoi 16 anni una situazione che obblighi tuo padre a prendere atto che se tu non sei libera, lui rischia di non vedersi rinnovato il permesso di soggiorno e di lavoro, perché così prescrive la legge italiana. Una cosa però ti deve essere chiara: evita i giornalisti e i politici. Fai di tutto perché il tuo non diventi un "caso". Perché se questo accade sarai schiacciata tra chi dirà che devi subire in nome del "multiculturalismo" e chi ti userà per denunciare l?invasione islamica delle nostre contrade, per prendere voti alle prossime elezioni. Sii forte. E se ti va male, quando in casa vola il primo schiaffo, non esitare un istante: vieni a trovarmi. Io ti aiuterò. Perché la tua minigonna per me è più importante di tutte le follie che Sarkozy sta facendo per "liberare" la Libia.