
“Ho capito che non si può fare la pace con Hamas”

13 Ottobre 2023
I terroristi islamici sono piombati sul festival musicale Tribe of Nova, nei campi fuori dal Kibbutz Re’im, a pochi chilometri da Gaza, la mattina di sabato. Il rave party è stato uno dei primi obiettivi di Hamas, durante l’incursione degli islamofascisti che ha fatto oltre 1200 morti in Israele. I video mostrano l’arrivo dei terroristi su camion e motociclette, i miliziani caricano la folla e sparano sulle persone che cercano di fuggire nei campi. Anche le comunità israeliane vicine al festival sono state attaccate, qui i terroristi di Hamas hanno rapito persone – soldati, civili, anziani e bambini – e ne hanno uccise altre.
Michael Silberberg e due dei suoi amici sono riusciti a sfuggire alla prima ondata degli attacchi. Mentre erano in macchina, si sono accorti che sulla strada davanti a loro c’erano due terroristi su una moto che sparavano alle auto di passaggio. Quello che guidava la moto aveva cinquant’anni, il suo compare, dietro, sparava a qualsiasi bersaglio vedesse. Indossavano un giubbotto antiproiettile. “Non mi hanno visto”, ha detto Michael. “Sapevo che avrei dovuto colpirlo, che se non lo avessi fatto saremmo morti noi o sarebbero state uccise altre persone,” ha detto Silberberg alla Associated Press. Così ha schiacciato l’acceleratore della sua auto investendo la motocicletta con a bordo i due terroristi. Quello che sparava è morto sul colpo. Quello che guidava è sopravvissuto, ferito.
“Li abbiamo fermati”, ha detto Silberberg. Gli israeliani si sono allontanati rapidamente, con la parte anteriore della loro macchina gravemente ammaccata, l’allarme dell’auto che suonava e il fumo che usciva da tutte le parti. Silberberg, tedesco di origine israeliana, ha detto di essere stato a lungo un liberal, di aver sperato per anni in una pace che potesse dare ai palestinesi una patria. “Sai, pensavo ‘tutto bene. Viviamo tutti insieme. Diamo loro la terra’”. Dopo la strage al rave non la pensa più così. “Ho cambiato idea, mi dispiace” spiega parlando nel suo appartamento a Tel Aviv. “Non si può fare la pace con queste persone”, ha detto. “Non vogliono coesistere con noi. Vogliono ucciderci”. Israele ha fatto sapere che circa 1.500 militanti di Hamas sono stati uccisi all’interno dello Stato ebraico.
Nei giorni successivi agli attacchi, Gerusalemme ha martellato la Striscia di Gaza con attacchi aerei preparandosi a un possibile attacco di terra. Cibo, carburante e medicine non arrivano più ai 2,3 milioni di abitanti di Gaza. Nei campi di Kibbutz Re’im, dove si ballava e c’era musica, restano auto crivellate di proiettili, molte con i finestrini distrutti, vestiti che fuoriescono dalle valigie distrutte. La camicia di una donna è rimasta su un albero dove era stata appesa ad asciugare. Un paio di occhiali da vista sono appoggiati sul davanzale di una finestra. Le biglietterie sono piene di fori di proiettili. “Lost and Found” si legge su un manifesto del festival appeso a una recinzione.