Hollande è presidente. Dopo l’investitura una settimana di passione

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Hollande è presidente. Dopo l’investitura una settimana di passione

15 Maggio 2012

Sarà la settimana più intensa della carriera politica di François Hollande, lui il socialista che lo scorso 6 Maggio ha vinto al ballottaggio  delle presidenziali francesi contro Nicolas Sarkozy, presidente uscente e leader dell’Ump, la destra istituzionale d’oltralpe. Nella mattina di oggi Hollande s’insedierà come presidente della Repubblica francese. Dopo diciassette anni di governo presidenziale post-gollista, un esponente politico della sinistra, dopo il regno di François Mitterand, entra da futuro presidente nel cortile di rue du Faubourg Saint-Honoré, a Parigi, dove si trova l’Eliseo.

Ieri Hollande ha partecipato per l’ultima volta al Consiglio nazionale del Partito socialista alla Maison de la Mutualité, un centro congressi parigino. Un ufficio partitico che il neo-presidente ha voluto si svolgesse prima del passaggio di poteri, una scelta che intende marcare il ritorno alla normalitè istituzionale e che va di pari passo con la probabile assenza dalla cerimonia d’insediamento dei figli e della sua compagna, Valérie Trierweiler. Una mossa che mira a riportare in auge una sensibilità istituzionale quasi sacrale, che dovrebbe mettere fine alla pretesa confusione tra pubblico e privato che Hollande ha rimproverato a Sarkozy, lui che nel 2007 fece un po’ di scandalo istitutuzionale quando permise all’allora moglie Cecilia e figli di prendere parte alla cerimonia rompendo l’etichetta presidenziale francese.

Si tratta di un ritorno alla marcata differenza tra uomo politico e ‘re repubblicano’ –  come scrisse il pensatore politico francese, Maurice Duverger, la Francia della Va Repubblica assomiglia molto a una ‘monarchia repubblicana’.  A parte il passaggio di consegne, al quale seguirà l’indicazione del nome del primo ministro del presidente socialista (i favoriti restano per il momento Jean-Marc Ayrault, Martine Aubry e Manuel Valls) e qualche altro rituale repubblicano, come il saluto all’Hotel de Ville del sindaco di Parigi – il caso vuole che sia un altro socialista, Bertrand Delanoë – al neo-insediato presidente, il vero battesimo del fuoco arriverà con la trasferta in terra tedesca di Hollande. 

A Berlino il presidente francese incontrerà già nella serata di oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel, fresca di sconfitta in Nord Reno Westfalia dove la sua Cdu ha raccolto un misero 26% di preferenze. Sarà un incontro che s’annuncia pieno d’incognite visto che, a sentire gli staff dei due leader che nei giorni scorsi si sono lanciati nel pre-partita con soffiate (pilotate?) alla stampa franco-tedesca, la diversità di vedute tra i due sulle soluzioni da opporre alla crisi fiscale che attanaglia gli Stati europei e la doppia recessione che stringe l’economia reale restano grandi. La posizione tedesca resta ancorata al fiscal compact che impone ai paesi della zona euro dell’abbattimento del deficit sotto il 3% già a partire del prossimo anno fiscale.

Una ricetta che non piace al socialista, il quale vuole ottenere dal governo d’oltre Reno non solo gli eurobond ma forse anche l’esclusione della voce ‘spesa per investimenti pubblici’ dal bilancio statale soggetto alle regole del ‘fiscal compact’ così come approvato tra lo scorso Dicembre 2011 e il Marzo 2012 in sede europea. Di ritorno da Berlino, Mercoledì mattina per Hollande sarà il turno dell’incontro con il primo ministro designato il giorno prima per la scelta della squadra di governo. Un governo che non dotato di una maggioranza all’interno dell’Assemblée Nationale, la camera bassa del Parlamento francese, potrà svolgere al massimo l’ordinaria amministrazione in vista delle legislative che si terranno il prossimo 6 Giugno 2012 e alle quali è data quasi per certa un’altra vittoria socialista.

Il tempo di comunicare al Nation la lista dei propri ministri e il presidente socialista volerà negli Stati Uniti dove incontrerà per la prima volta il presidente Usa, Barack Obama (lo stesso che Sarkozy a due passi dal primo turno aveva contatto in video conferenza dicendogli “Vinceremo io e te, insieme”. Sappiamo com’è andata a finire poi). Un incontro quello tra il presidente Democratico e il socialista – finalmente Parigi e Washington si ritrovano omogenei sul piano della cultura politica di riferimento, lo statalismo – che avrà luogo al margine del G8 di Camp David e il summit Nato di Chicago. Insomma quella che dice un battesimo del fuoco per il nuovo Re, ops, presidente di Francia.