Hollande e Sarkozy al secondo turno. Marine Le Pen quasi a quota 18%

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Hollande e Sarkozy al secondo turno. Marine Le Pen quasi a quota 18%

23 Aprile 2012

Non si era mai visto un presidente uscente in seconda posizione al primo turno delle presidenziali. E’ andata così ieri a Nicolas Sarkozy. L’attuale inquilino dell’Eliseo ha ottenuto il 27,2% dei voti validi. Al vincitore di questa prima tornata, il candidato socialista François Hollande, il 28,6% dei voti. Una sorpresa per la politica francese. Annunciata dai sondaggi del pre-elezione, certo, ma cionondimeno un coup-de-théâtre.

Quanto ai candidati che non hanno raggiunto il secondo turno, ci sono almeno tre storie da raccontare. Prima di tutto, l’exploit di Marine Le Pen, candidata del Front National. Il partito della destra tradizionalista francese ha ottenuto un buon 17,9%, confermandosi terza forza in Francia. Risultato storico (è stato battuto il record di Jean – Marie Le Pen del 2002 con il 16,86% del primo turno) per il FN fatto che conferma che Oltralpe esiste quasi un quinto dell’elettorato che resta escluso dal sistema politico. 

La leader del FN è già tornata al lavoro. Oggi ufficio politico del partito e da domani in campagna per le legislative che si terranno il prossimo Giugno. L’entusiasmo è tale che Marine Le Pen ha affermato che qualora al secondo turno dovesse vincere il socialista François Hollande, sarà lei il leader dell’opposizione. Una manovra politica ardita e non necessariamente destianata al successo. Come noto, tra le presidenziali e le legislative, il bacino di voti del FN si è spesso ristretto. Si tratta di capire se quel quasi 18% sia un voto di protesta di fronte alle deludenti politiche di Nicolas Sarkozy o un voto di adesione alle tesi del partito della destra tradizionalista. 

Secondo dato: lo sgonfiamento del fenomeno Jean-Luc Mélanchon, il leader del Front de Gauche. Lo davano come terzo candidato nei sondaggi. Si è fermato al 11,1% e al suo quartiere generale c’è una certa delusione per il magro risultato. Quanto alle mosse del giorno dopo, Mélanchon ha già dichiarato (e invitato i propri elettori) alle urne per "mandare a casa Sakorzy", detto diversamente a votare Hollande il prossimo 6 Maggio. Con lui hanno direttamente o indirettamente invitato a seguire Hollande al secondo turno anche Europe Ecologie la cui candidata Eva Joly non è andata oltre il 2,3% e Philippe Poutou, del Nouveau Parti anti-capitaliste, che si è fermato all’1,2%.

Infine, il Mouvement Démocrate di François Bayrou non sfonda. Il leader del movimento centrista si ferma al 9,1%. Il partito che aggrega l’elettorato storicamente legato al UDF, il partito che condusse Valerie Giscard D’Estaing alla presidenza tra il 1974 e il 1981, non riesce a sfondare e con questa tornata elettorale è molto probabile che finisca la sua corsa. D’altronde prima sotto la sigla UDF, poi sotto la sigla MoDem, è stato candidato alle presidenziali del 2002, 2007 e in fine al primo turno di ieri.

Bayrou non ha ancora effettuato un endorsement ma si è detto pronto a parlare delle questioni centrali per il MoDem e a decidere poi come indirizzare (ammesso che ciò sia possibile fino in fondo, diciamo noi) quel 9,1% dei voti verso l’uno o l’altro candidato. E’ evidente che con il terzo stop al primo turno in dieci anni, Bayrou dovrà tirare le somme del fallimento politico dell’operazione che con lui ha perseguito il suo partito, ovvero di tentare di dare al Centro politico un ruolo d’ago della bilancia negli equilibri politici francesi (come dimenticare le buone relazioni tra François Bayrou e Francesco Rutelli: il progetto politico era lo stesso).

Adesso parte la campagna dei due candidati Hollande Sarkozy va al secondo turno, la campagne d’entre-deux tours come la chiamano in Francia. Il presidente-candidato Sarkozy ha chiesto tre dibattiti prima del voto del 6 Maggio (chiedi tre e otterrai due!), richiesta che l’equipe di Hollande ha rifiutato categoricamente. D’altronde da che mondo è mondo, in Francia, tra i due turni il candidato con il coltello dalla parte del manico, decide. Quando nel 2002, Jean – Marie Le Pen passò al secondo turno, l’allora presidente-candidato Jacques Chirac decise semplicemente di non andare al confronto televisivo, lasciando Jean -Marie Le Pen solo solo sul plateau du TF1.

Il gioco per Hollande e Sarkozy è ora quello di aggiudicarsi, endorsement a parte, il voto di area politica degli esclusi al primo turno. Hollande ha gioco molto più facile in questo senso. Se si vuole il quadro ideologico di riferimento tra le forze della gauche francese è molto più omogeneo rispetto a quello con cui è chiamato a confrontarsi il candidato dell’UMP.

Sarkozy deve infatti fare da una parte i conti con una forza alla propria destra, il FN, che, alla luce del risultato del 22 Aprile, ambisce a lanciare un’opa sul un pezzo dell’elettorato dell’UMP (oggi Henri Guaino, consigliere di Sarkozy, ha negato che vi saranno negoziazioni tra emissari del presidente candidato e esponenti del FN) e dall’altra i voti cristiano-democratici di Bayrou.

Il problema è che per inseguire il voto dell’uno, si perde il voto dell’altro. Senza contare che, come ha reso noto un sondaggio CSA del 23 Aprile, quattro su dieci degli elettori del MoDem finiranno nel ‘cesto’ di François Hollande il prossimo 6 Maggio. Mentre solo due su dieci, andranno al Sarkozy.