“Home restaurant”, alla Camera sembra di stare su Marte

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“Home restaurant”, alla Camera sembra di stare su Marte

18 Gennaio 2017

“Alla Camera ogni tanto sembra davvero di stare su Marte”, lo scrive oggi su Facebook Eugenia Roccella, dopo che ieri l’aula del parlamento è stata impegnata, “udite udite”, nella discussione sul cosiddetto “Home Restaurant”. Ma perché su Marte? 

“I terremotati sono al gelo, con il rischio di perdere, a causa del freddo e della mancanza di ripari, gli animali, che sono il loro piccolo patrimonio; Bruxelles certifica tramite letterina minacciosa che Renzi ha sforato alla grande (pur di distribuire le mancette che avrebbero dovuto assicurargli la vittoria al referendum); non abbiamo una legge elettorale e la maggioranza dovrebbe cominciare almeno a fare qualche ipotesi su cui costruire un accordo ampio; la crisi continua a mordere e il quadro dell’Italia che l’Istat dipinge è disastroso,” ricorda la parlamentare di “Idea”. 

“In tutto questo il nostro parlamento che fa? Accelera l’iter del testamento biologico e ieri ha impegnato la giornata per votare, udite udite, le norme sul cosiddetto home restaurant, ovvero la nuova tendenza della sharing economy, l’economia della condivisione promossa sul web, per cui si mettono a disposizione le strutture e le competenze domestiche per pranzi e cene a pagamento. Insomma, ricevo a casa mia ospiti paganti, attraverso la pubblicità su Internet. Ebbene no: in Italia si devono mettere REGOLE e GABELLE su tutto, anche su attività residuali e semiprivate come questa”. 

“Emendamenti su emendamenti, spesso surreali,” conclude la parlamentare sulla sua pagina Facebook, “bisogna comunicare all’Asl i pranzi in questione, bisogna distinguere (con denominazione e regole diverse) tra chi ha un giro “d’affari” superiore ai 5000 euro l’anno e chi ce l’ha inferiore, bisogna prevedere una trattenuta del 10%, bisogna chiedere l’autorizzazione preventiva dell’intero condominio”. “Su questo punto sono intervenuta, ma l’intera questione era ai limiti tra drammatico e ridicolo. Carichiamo di regole e regolette i poveretti che cercano di arrangiarsi per avere un qualche reddito (minimo, perché si tratta di incassi molto modesti), e evitiamo di occuparci delle cose più serie…”.