I 3 motivi per cui Frattura non è un buon candidato per il centrosinistra

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I 3 motivi per cui Frattura non è un buon candidato per il centrosinistra

15 Settembre 2011

A circa un mese dal voto per le Regionali in Molise si fanno sempre più alti i toni della campagna elettorale. Il governatore uscente, Michele Iorio, se la vedrà con Paolo Di Laura Frattura, il trionfatore delle primarie del centrosinistra. Una sfida che molti considerano già persa in partenza, quella di Frattura, dopo le pesanti polemiche che hanno accompagnato la sua partecipazione (e vittoria) alla “gara” interna tra Pd, Idv e Sel. Circolano già alcuni sondaggi, tutti favorevoli al presidente uscente, ma i segnali che portano a considerare l’ex presidente della Camera di Commercio di Campobasso come un avversario non troppo insidioso sono soprattutto tre.

Il primo, forse il più sottovalutato dagli osservatori politici in questa campagna elettorale, è che Frattura non gode di un ampio consenso popolare e non è molto conosciuto in Regione. Può vantare appoggi e sostegno a livello finanziario e imprenditoriale, ma la larga parte della popolazione probabilmente non sa nemmeno chi sia. Il confronto con Michele Iorio, da dieci anni alla guida della Regione, potrebbe essere impietoso: un territorio come il Molise, piccolo e ancorato a tradizioni ancora molto genuine, lega molto il proprio voto alla persona più che al partito. E questo potrebbe essere un fattore determinante in favore del presidente in carica. In aggiunta a questo c’è il fatto, non secondario, che tra un governatore in carica da dieci anni e un novello della politica sarà difficile che i molisani scelgano il secondo. Si tratterebbe di un salto nel buio che, specialmente in tempi di crisi economica, pochi sono disposti a rischiare.

In secondo luogo, Frattura è un avversario debole perché non ha alle spalle i partiti. Il ruolo di “papa straniero”, esterno alle forze politiche di centrosinistra, non sarà un elemento di forza, come invece molti auspicavano. Non si è registrato l’effetto “compromesso”, il punto di equilibrio tra diversi schieramenti. Frattura non sarà quello che Romano Prodi è stato per il centrosinistra ai tempi della vittoria dell’Unione alle Politiche del 2006. Lì i partiti non avevano partorito il candidato dalle proprie fila, ma almeno erano tutti compatti nel sostenerlo. Stando a quello che si è visto nella campagna elettorale delle primarie interne al centrosinistra, sono ampiamente giustificati i dubbi sul fatto che molti militanti delle forze di centrosinistra voteranno Frattura. I giochi si sono chiusi con un vincitore, ma non si sono chiusi bene. Hanno lasciato strascichi polemici che si faranno sentire al momento del voto. Di fatto, il candidato del centrosinistra sembra un corpo estraneo alle forze stesse che lo hanno scelto.

In terzo luogo, come abbiamo avuto più volte modo di sottolineare, Frattura non è un uomo di centrosinistra. La sua storia personale lo dimostra: così come non ha mancato di sottolineare il presidente Iorio, l’ex presidente della Camera di Commercio di Campobasso era un frequentatore abbastanza assiduo del suo ufficio. Con la presidenza della Regione, per ovvi motivi, intratteneva quotidianamente rapporti professionali. Del resto, Frattura viene da una famiglia di matrice democristiana e lui stesso si è candidato con Forza Italia alle Regionali del 2000. Insomma, è un moderato che poco ha a che vedere con tanti uomini del Partito democratico. È un uomo di centro, così come lo è Iorio. Ma tra l’originale e la copia si sa bene cosa la gente preferisce solitamente scegliere.