I cento giorni di Hollande
09 Ottobre 2012
di redazione
Dal 13 maggio al 23 agosto 2012 François Hollande ha vissuto i suoi primi cento giorni effettivi di presidenza che descrivono la parabola del socialismo europeo. Lodovico Festa e Giulio Sapelli ne ripercorrono in maniera puntuale la traiettoria e ricostruiscono giorno per giorno l’avventura del nuovo inquilino dell’Eliseo. Nel tempo che dura un film, il lettore potrà farsi un’idea di questa esperienza così importante per tutti noi, trovando spunti di riflessione originali sullo stato della Francia, su quello dell’Europa e sulla sinistra nel Vecchio Continente.
Ripubblichiamo l’introduzione dell’e-book edito da go-Ware.
François Hollande nasce nel 1954 a Rouen. Il padre Georges Hollande – già simpatizzante del maresciallo Philippe Pétain e dell’oas durante la guerra di Algeria – è un antigollista da destra. La madre, Nicole Frédérique Marguerite Tribert, era invece una cristiana con sentimenti di sinistra. Dopo l’elezione a presidente, il padre ottantanovenne ha detto di François: “Spero che mio figlio riesca a raddrizzare la Francia” (così “Nice-Matin”). A Parigi Hollande si iscrive a Legge, si diploma all’Institut d’Études Politiques de Paris (Sciences Po) e all’École des Hautes Études Commerciales (hec Paris) e poi passa all’École Nationale d’Administration (ena). Da studente si avvicina alla gioventù socialista guidata da Édith Cresson (poi una delle amazzoni mitterrandiane) e, nel 1979, entra nel psf con il padrinaggio di Jacques Attali. Finisce così nel giro mitterrandiano ed è eletto deputato della Corrèze nel 1988. Agli inizi degli anni Ottanta comincia la sua relazione con Ségolène Royal (altra protetta di François Mitterrand), con la quale ha poi avuto quattro figli. Portavoce di Lionel Jospin nelle catastrofiche presidenziali del 2002. Segretario del partito dal 1997 al 2008, sostituito da Martine Aubry. Nel 2007 appoggia la Royal – con cui, in quel periodo, ancora vive – nella corsa per la presidenza (persa contro Nicolas Sarkozy). Il 6 e il 16 ottobre 2011 vince le primarie contro la Aubry (3 milioni di voti, il 57 per cento contro il 43 del secondo turno). Intanto lascia la Royal. Da candidato socialista sfida Sarkozy, il 22 aprile 2012 va al ballottaggio e il 6 maggio prevale sul presidente uscente. Ottiene il 28,6 per cento dei voti validi al primo turno e il 51,62 al secondo. A distanza di 17 anni, è il primo socialista alla presidenza dopo Mitterrand, 10 anni dopo la débâcle di Jospin, che non riuscì neanche ad arrivare al ballottaggio: in 54 anni di sistema gollista ve ne sono stati solo 14 di presidenza socialista (peraltro con Jacques Chirac premier nel 1986-88 ed Édouard Balladur nel 1993-95, mentre Jospin è stato premier dal 1997 al 2002 durante la presidenza chirachiana). Sarkozy è il primo dopo Valéry Giscard d’Estaing a essere battuto dopo un solo mandato presidenziale. Quando fu eletto Mitterrand al primo turno la cosiddetta “destra repubblicana”, divisa tra quattro candidati (Giscard, Chirac, Michel Debré e Marie-France Garaud) raccoglie va il 49,3 per cento dei voti. Al primo turno Sarkozy si è fermato al 27 per cento. Il voto a Giscard comprendeva anche una componente non trascurabile di elettorato centrista; comunque la destra postgollista del 2012 esce dal voto presidenziale malconcia, sfidata alla sua destra dal Front National, come lo era stata solo alle presidenziali choc del 2002. Nel referendum del 2005 sul Trattato costituzionale europeo il Partito Socialista si era lacerato tra i sì e i no, aprendo la strada a Sarkozy nelle presidenziali del 2007. Hollande ha saputo riprendere l’iniziativa europeista dando vita all’iniziativa “Renaissance pour l’Europe”, promossa dalla Foundation for European Progressive Studies (feps) insieme alle fondazioni Jean Jaurès, Friedrich Ebert e Italianieuropei, e insieme assorbire gli euroscettici guidati da Laurent Fabius.