I cinesi sbarcano in Sicilia, Di Risio torna a sperare per Termini Imerese

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I cinesi sbarcano in Sicilia, Di Risio torna a sperare per Termini Imerese

12 Luglio 2012

Stavolta non ha fatto retromarcia. Massimo Di Risio ha tenuto fede ai suoi impegni. Proprio ieri, così come annunciato nei giorni scorsi, il patron della Dr Motor Company di Macchia d’Isernia ha visitato lo stabilimento di Termini Imerese insieme al presidente della casa automobilistica cinese Chery International, Zhou Bi Ren. Con loro c’era anche Yuksel Mermer, presidente esecutivo della Mermerler, importatore ufficiale per la Turchia delle auto prodotte in Cina. Sono loro, come noto, i partner che dovrebbero tirare la volta a Di Risio nella corsa verso l’acquisizione dell’area industriale alle porte di Palermo. Una corsa che si è fatta in salita negli ultimi mesi. A peggiorare le cose il brusco stop intimato dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Ma ora Di Risio si è rimesso in marcia e spera di poter dire ancora la propria nella complessa trattativa.

"Le prospettive – ha riferito all’Agi un rappresentante di Dr Motor – sono di fare in modo che uno dei due gruppi, quello cinese o quello turco, affianchi la Dr in questo progetto e consenta la ricapitalizzazione da 15 milioni di euro che rappresenterebbe il 15% del nostro capitale sociale". L’accordo di partnership, alla fine, dovrebbe essere firmato da Chery. Il presidente della casa automobilistica asiatica sembra seriamente intenzionato a dare sostegno a Di Risio, se è vero che ieri pomeriggio i due costruttori, dopo l’incontro in Sicilia, sono volati a Roma. Obiettivo: incontrare subito i vertici del ministero dello Sviluppo economico e riaprire la partita.

Detto e fatto. In serata lo stesso dicastero ha comunicato che "nel quadro dell’ampio giro d’orizzonte che il ministero dello Sviluppo economico sta effettuando per individuare la soluzione industriale migliore per il rilancio dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, si è svolto un incontro tra i tecnici del dicastero, Chery International e Dr Motor”. All’incontro con Di Risio e Zhou Bi Ren, si è appreso, ha partecipato il sottosegretario Claudio De Vincenti. Oggi dovrebbe trapelare qualche indiscrezione in più. Sia sull’esito dell’incontro, sia proposito dell’accordo sull’asse Molise-Cina. Fermo restando che "una risposta definitiva – fanno sapere dalla sede della casa automobilistica di Macchia d’Isernia – si potrà avere solo lunedì, durante l’incontro tra le parti previsto al ministero".

Ma ora Di Risio e il suo staff guardano con un certo ottimismo all’evoluzione della vertenza. Risolti i problemi di liquidità (anche se i partner cinesi devono ancora mettere nero su bianco), la Dr Motor torna a pensare a quel progetto che prevedeva, a pieno regime, la produzione di 60mila auto all’anno in terra siciliana. A Macchia è tornata la speranza: "Se il nostro progetto dovesse andare in porto, noi pensiamo di poter partire entro la fine del 2012, come previsto dal piano industriale".

L’arrivo annunciato del patron della Chery ha scatenato inevitabili reazioni. C’è chi guarda con diffidenza al nuovo patner. E chi invece vede di buon occhio la novità. Chi non intende giocare al buio è il sindacalista della Fiom, Roberto Mastrosimone. Né fa sconti a Di Risio: "L’interessamento dei cinesi della Chery a Termini Imerese – ha detto – va guardato sicuramente con interesse, anche se il comportamento tenuto da Di Risio in questi sette mesi non ci lascia tranquilli e lascia molte perplessità". Ma al di là dei commenti sulla credibilità dell’azienda molisana, la Fiom intende avere un confronto diretto con il colosso industriale cinese, per conoscere il suo ruolo in questo progetto e quali sono le reali intenzioni di rilancio del polo industriale termitano. Le risposte dovrebbero arrivare durante l’incontro di lunedì al ministero, cui facevano accenno i vertici della Dr. In quella sede "speriamo di ottenere delle risposte certe", il lapidario commento di Mastrosimone. 

Ancora più dura la reazione di Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, e di Giuseppe Farina, segretario nazionale della Fim: "Siamo stufi di fumo, polverone, chiacchiere e annunci. Termini Imerese ha bisogno di progetti industriali che hanno prospettive e solidità di mercato. Ribadiamo che la Cisl confida ancora affinché il ministro Passera in prima persona, a cominciare dall’incontro convocato per il 16 luglio a Roma, garantisca soluzioni reali e scelte di respiro industriale solido. Termini ha bisogno di prospettive garantite, soprattutto, dalla capacità di autofinanziamento dell’investitore. Tutto il resto è solo fumo".  Più diplomatico, invece, il commento di Salvatore Burrafato, sindaco di Termini Imerese: "Ritengo importante – ha detto all’Italpress – l’interesse dimostrato da parte di investitori esteri nei confronti degli ex stabilimenti Fiat di Termini. Vuol dire che queste strutture possono avere un futuro produttivo".

Ieri pomeriggio, intanto, a Roma Massimo Di Risio, Biren Zhou, vicepresidente di Chery, e Michael Zhang, general manager per l’Europa centro-orientale, hanno incontrato il presidente della Regione Sicilia. Le prime impressioni sono state buone, se è vero che al termine dell’incontro il presidente Raffaele Lombardo ha detto che "l’idea di fare di Termini Imerese la base per l’espansione europea del marchio cinese, come ci hanno prospettato i rappresentanti di Chery, è uno scenario che, se ci saranno tutte le condizioni, sarà fattore di una forte crescita produttiva e occupazionale per la Sicilia. Mi auguro che anche il governo nazionale riscontri la fattibilità del progetto". Lunedì, al ministero dello Sviluppo economico, un’altra puntata di quella che sembra essere diventata una telenovela. Ma stavolta l’augurio di tutti è che si metta davvero la parola fine a una vertenza che sta logorando i nervi e le speranze degli ex dipendenti dello stabilimento siciliano, da mesi senza lavoro e senza reali prospettive per il futuro.