I cittadini campani non perdonano più nulla, per i ballottaggi occorre cambiare marcia

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

I cittadini campani non perdonano più nulla, per i ballottaggi occorre cambiare marcia

18 Maggio 2011

di M.A.

L’onda lunga si è fermata. La scia di vittorie che ha portato il centrodestra a trionfare alle elezioni provinciali del 2009 ed alle Regionali del 2010 conosce un’interruzione con questa tornata amministrativa.

Il dato di Napoli è significativo. Le attese per il capoluogo partenopeo erano totalmente diverse dal risultato raggiunto. Dopo il pasticcio delle primarie del Pd e l’incapacità da parte degli avversari di mettere in campo una candidatura di un certo appeal per i cittadini napoletani, la partita per il centrodestra era in discesa. Il magro 38,7% conseguito da Lettieri consegna una situazione di totale incertezza e rischia di determinare un finale imprevisto, nonostante gli undici punti percentuali di distacco da De Magistris. Una prima e superficiale analisi porta a considerare che la candidatura di Lettieri non ha rappresentato un valore aggiunto per il centrodestra. Il sindaco ha raccolto ben cinque punti percentuali meno delle sue liste, a dimostrazione che c’è stato un effetto trascinamento al contrario. Un dato di cui tener conto in caso di vittoria.

Per ciò che attiene ai partiti, si è verificato un significativo arretramento del Pdl rispetto alle precedenti consultazioni. 23,85% è il risultato finale, ed i consensi sono spalmati nelle diverse liste civiche a sostegno del candidato, la più forte delle quali è stata Forza del Sud che ha raggranellato un importante 5,23%. L’effetto dei finiani è stato contenuto, in quanto Fli si è fermato al 3,3%.

Passando in rassegna le altre città capoluogo, il centrodestra sorride per la riconquista di Caserta, dopo oltre un decennio di governo della sinistra. Il giovane sindaco, Pio Del Gaudio, ha saputo intercettare la volontà di cambiamento della cittadinanza, riuscendo ad arginare già al primo turno le forti candidature di Marino (centrosinistra) e dell’ex sindaco Falco (Fli e Api). Quest’ultimo è stato la vera delusione della consultazione, piazzandosi al quarto posto scavalcato anche da movimento civico Speranza per Caserta capitanato dal professore Nicola Melone. Le buone notizie si fermano qui. A Salerno il prevedibile successo di De Luca si è trasformato in un plebiscito. Le lotte interno al Pdl tra Cirielli, Carfagna e Cosentino per la designazione della Ferrazzano non hanno giovato all’intera coalizione e gli elettori hanno punito una rissosità inopportuna premiando il progetto di continuità incarnato dal potente sindaco uscente.

Ancora peggio è andata a Benevento. La coordinatrice provinciale Nunzia De Girolamo esce ampiamente sconfitta dalla consultazione. Il sindaco uscente, Fausto Pepe, trionfa al primo turno, mentre il candidato del centrodestra, Nicola Tibaldi, arriva anche alle spalle dell’esperimento centro-sinistra-destra rappresentato da Carmine Nardone ed animato dal senatore Viespoli, De Mita e Mastella. La battaglia che l’aspirante portavoce nazionale si è intestata ha dato magri risultati con un Pdl che esce fortemente ridimensionato dal risultato sannita.

Un’attenta analisi è richiesta per analizzare anche il dato nella provincia di Napoli, dove alcuni grandi centri erano chiamati al voto. A Pozzuoli il centrodestra trionfa al primo turno con il sindaco Agostino Magliulo; risultato replicato a Quarto, dove la vittoria è stata oscurata dai consensi ottenuti dal capolista del Pdl, Armando Chiaro, arrestato in piena campagna elettorale. Hanno del clamoroso le sconfitte ad Agerola del deputato dei Popolari per l’Italia di domani, Michele Pisacane, candidato sindaco in quello che viene considerato il suo feudo elettorale e quella di Melito, dove il sindaco uscente Antonio Amente è stato sonoramente bocciato dai suoi concittadini. Nonostante le liste abbiano ottenuto più del 50% dei consensi, c’è stato un forte voto disgiunto verso il giovane candidato del centrosinistra, Venazio Carpentieri. Una sconfitta importante e clamorosa che dimostra la necessità di un cambio di passo nella selezione della classe dirigente da parte dei vertici provinciali del partito.

Tra questi, è sotto processo il presidente della provincia Luigi Cesaro. Si è intestato la battaglia di Rino Maisto a Grumo Nevano, comune dove è forte la sua influenza per la vicinanza con la sua Sant’Antimo e ne è uscito da perdente. Una sconfitta totalmente inattesa, dove il Pdl ufficiale non è riuscito ad arrivare nemmeno al ballottaggio. Stessa, analoga situazione a Casoria. Il grande e popoloso centro alle porte di Napoli tornava al voto dopo la sfiducia al sindaco Ferrara, ricandidato da Cosentino e Cesaro contro la volontà di parte del partito. Ne è generata una frattura che ha portato a due candidature di area, con il giovane Massimo Iodice che raggiunge il ballottaggio con un’aggregazione di liste civiche contro il candidato della sinistra, il consigliere provinciale Enzo Carfora.

Risultati che dovrebbero fare ampiamente riflettere i vertici del partito sulla necessità di un cambio di marcia nella sua condotta. Individuare una guida chiara che sciolga i nodi di ombra che attanagliano la guida del Pdl campano appare indispensabile per garantire una sopravvivenza a questo progetto politico. La battaglia di rappresentanza dei moderati e riformisti passa attraverso scelte trasparenti e realisticamente rispondenti alle aspettative di questo elettorato. Il risultato napoletano lo dimostra. Oramai il consenso determinato dalla cattiva amministrazione del centrosinistra va scemando. Il centrodestra è al governo di importanti enti già da due anni ed i risultati tardano a manifestarsi.

I cittadini campani, stanchi e rassegnati, non perdonano più nulla ed il tentativo di perpetuare un modello di potere come quello bassoliniano per consolidare il proprio consenso personale alla lunga, si è visto, non paga.