I Democratici farebbero meglio a stare lontano da Occupy Wall Street

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I Democratici farebbero meglio a stare lontano da Occupy Wall Street

15 Ottobre 2011

Da qualche settimana, i centri finanziari delle principali città americane vedono sfilare ogni giorno una bizzara massa di individui strillanti: sono i manifestanti senza doccia e senza idee della sinistra estrema. Il loro movimento, “Occupy Wall Street”, é un pessimo teatrino di individui che detesta la propria bandiera, ciò essa rappresenta, che invade spazi pubblici presto trasformati in bivacchi-discariche, e nelle quali si vaneggia di rivoluzione. In tutto questo i Democratici alla Nancy Pelosi, che fanno? Cavalcano.

Questi ragazzi viziati e senza valori, capitanati da anziani esaltati per quello che vedono come il revival della loro protesta contro la guerra in Vietnam, sono ignoranti come capre e senza la più pallida idea di ciò che li spinge a scendere in strada. Sventolano bandiere rosse, ma non hanno mai letto Marx; dichiarano baldanzosi “questa é vera democrazia”, ma hanno messo a tacere e cacciato da un loro ritrovo perfino John Lewis, eroe della stagione dei diritti civili; inneggiano alla libertà, ma molti di loro si dichiarano comunisti, venerano Mao e difendono Stalin! In mezzo a questo caos, é davvero arduo riuscire ad estrapolare un’idea concreta o una proposta costruttiva. Cerchiamo almeno di isolare e brevemente confutare una manciata di temi che sembrano i piu’ ricorrenti tra gli slogan di questi novelli rivoluzionari.

"Protestare é bene in sé". Come provato da varie interviste e reportage (tra cui uno del New York Times), le nuove reclute vengono istruite piu’ o meno così: “Siamo qui per distruggere il sistema: non importa per cosa protesti, protesta e basta!” La profondità di tale pensiero si commenta da sé. E la conseguenza di questo indottrinamento é che i giornalisti increduli si stanno ritrovando di fronte in questi giorni ragazzi che pretendono di avere la propria retta universitaria pagata “dalla gente”, ed alla legittima domanda “perché la gente dovrebbe pagare la tua retta universitaria?”, la disarmante risposta “perché questo é ciò che voglio”. Poi ci sono i leader delle Unions (sindacati) pubbliche che chiedono il rispetto dei loro privilegi (ottenuti attraverso alleanze elettorali con i Democratici); ragazzi che invece di farsi un bago ed andare a fare colloqui vogliono che lo stato estenda gli assegni di disoccupazione; ed infine gli immancabili pacifisti che protestano contro le guerre solo se a combatterle sono gli USA. Insomma, una volta il proletariato scendeva in piazza per chiedere sicurezza sul lavoro e diritti basilari; invece oggi la sinistra scende in piazza per evitare di lavorare, richiedere il superfluo, e ammazzare il tempo minacciando di ammazzare i banchieri.

“Il capitalismo é causa di ogni male”. Questo tema é uno dei preferiti tra i più giovani, adepti di professori universitari marxisti che hanno insegnato loro a sputare scientificamente nel piatto dove mangiano. Il problema però, é che da qualche anno qui in America di capitalismo non c’é proprio traccia! Obama é egli stesso un socialista, ed il suo programma economico ha badato più a smantellare il capitalismo americano che non a risolvere la crisi economica. Alcuni esempi. È capitalismo avere un presidente che sceglie le aziende da salvare ed inietta dosi massicce di denaro pubblico? È capitalismo avere un presidente che stampa soldi senza sosta alterando il mercato e provocando inflazione? È capitalismo avere un presidente che strozza la libera impresa con tasse e regolamentazioni? È capitalismo avere un presidente che prende in prestito montagne di soldi per ingigantire il ruolo dello stato nell’economia? È capitalismo avere un presidente che concede un finanziamento di 535 milioni di dollari all’azienda di energia verde Solyndra, la quale che dopo aver incassato dichiara bancarotta con buona pace dei contribuenti? È capitalismo avere un presidente che altera il libero mercato dando soldi ad aziende che meriterebbero di fallire (come General Motors)? Insomma, i proletari viziati se la stanno prendendo con un fantasma: il capitalismo che non c’é! Magari ci fosse più capitalismo e meno statalismo in America! Ma per questo dovremo aspettare Novembre 2012…

"Wall Street é il vero centro di potere". Anche ammesso che ciò sia vero, l’influenza di Wall Street sul governo sarebbe ridotta da più libero mercato e meno interventismo clientelare! Non si capisce come questi manifestanti possano prendersela con Wall Street e col libero mercato allo stesso tempo! E non si capisce come essi possano idolatrare Obama, il presidente che ha ricevuto più donazioni da Wall Street durante una campagna elettorale nell’intera storia degli USA. Obama infatti ricevette 13 milioni e mezzo di dollari dalle grandi multinazionali, banche e corporazioni americane, contro i miseri 4 milioni ricevuti da John McCain!

"Tassate i ricchi".Questo slogan, che riecheggia i discorsi e i piani di Obama é sia falso nel sue supposizioni, sia pericoloso nella sua applicazione. L’idea che i ricchi in America non paghino abbastanza tasse é, dati alla mano, semplicemente ridicola: secondo il Congressional Budget Office, il 10% più ricco dei contribuenti americani paga piu’ della metà delle tasse federali, ed addirittura il 70% delle imposte sul reddito. Alzare ulteriormente le tasse su questa fetta della popolazione, come Obama ha in parte già fatto e vorrebbe fare ancor di più nei prossimi mesi, sarebbe un suicidio economico, perché questi “ricchi” sono esattamente coloro che potrebbero investire, assumere, e risolvere crisi economica e disoccupazione.

Insomma, il movimento “Occupy Wall Street” é senza capo né coda, e le grida di questi ragazzi che sfilano con l’immagine di Che Guevara ma non sanno vivere senza iPod sono talmente senza senso da non meritare attenzione. Tuttavia, questo odio vuoto, questo antiamericanismo cieco, e questo abisso di valori dovrebbero far riflettere un Occidente senza più anima né direzione. Inoltre, bisognerebbe non sottovalutare il tasso di violenza contenuto in slogan, atti vandalici e piani elaborati da coloro che guidano da dietro le quinte il movimento. I veri organizzatori di questa pagliacciata sono infatti eversivi di lungo corso, come la Whethear Underground ed il santone della sinistra USA George Soros. Uomini come lo speculatore ungaro-statunitense, finanziano e ausiliano gruppi radicali come la National Lawyers Guild ed il Center for American Progress. Questi “sovversivi” puntano da tempo alla rivoluzione violenta e alla trasformazione del sistema democratico americano in uno Stato socialista. Politici Democratici come Nancy Pelosi, e con lei tanti altri, dovrebbero quindi smetterla di dare credibilità a manifestanti che non solo non amano l’America, ma vogliono anzi distruggerne i fondamenti istituzionali, economici e civili. Altrimenti dovremo prendere atto che il vecchio adagio "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei", sia malgrado tutto vero.