I dipendenti retrocessi fanno appello ai parlamentari e al governo regionale
25 Novembre 2011
di A.R.
Al tempo stesso, però, hanno richiamato l’attenzione del Consiglio e del Governo regionale " perché non si limitino a chiamare in soccorso i parlamentari rispetto a problematiche che inciderebbero pesantemente sulla vita stessa della Regione Puglia, ma esaminino senza pregiudiziali chiusure i contenuti delle contro-deduzioni inviate alle lettere di avvio dei procedimenti di retrocessione". I dipendenti retrocessi chiedono, in particolare, che venga disposta "la sospensione e l’avvio dell’archiviazione delle procedure di retrocessione in atto" e che la Regione interrompa "le massicce operazioni di assunzioni in corso, che non possono non essere vissute come una prematura operazione di sostituzione di massa".
L’appello dei dipendenti retrocessi è rivolto anche "ai colleghi tutti, ai sindacati, alla comunità pugliese nel suo complesso perché si identifichino nel dramma che stanno vivendo 561 lavoratrici e lavoratori, che si stanno vedendo di fatto annullare più di dieci anni di lavoro e di vita" con "pesanti conseguenze per l’istituzione regionale nel suo complesso e conseguentemente per la Puglia tutta, in termini sia di funzionalità degli uffici e dei servizi, sia di danni da risarcire con quasi assoluta certezza".
Questo il sunto delle richieste presentate sul tavolo della Regione, che sul personale ha anche altre grane, a partire da quella dei precari per arrivare a quella delle nuove assunzioni. I sindacati hanno chiesto che i problemi vengano affrontati insieme, ma la questione è talmente complessa che l’amministrazione Vendola potrebbe non farcela a sciogliere tutti i nodi venuti al pettine.
Da parte sua, il centrodestra attacca il governo regionale per il modo in cui sta gestendo l’intera questione del personale: "Abbiamo dovuto bloccare i lavori delle Commissioni Consiliari – racconta il consigliere regionale Pdl Nino Marmo – per l’insostenibile situazione che si sta verificando nella gestione del personale regionale e degli enti derivati, nella quale a circa seicento surreali retrocessioni in atto di dipendenti storici che da più di dieci anni svolgono funzioni spesso decisive e comunque preziose per l’efficienza dell’Istituzione, si stanno accompagnando con una fretta indiavolata e senza troppi scrupoli formali centinaia di assunzioni". Dall’altro lato, però, l’amministrazione della Regione non sembra disponibile a ritornare sui propri passi. E’ ciò che si desume dalle parole dell’assessore Nicola Fratoianni, il quale ha avuto modo di ribadire che, nonostante tutto, "i bandi aperti per i dirigenti e per i funzionari di altre strutture devono andare avanti per non rischiare di compromettere la funzionalità degli uffici". Farla mandare giù ai lavoratori regionali che si sono visti retrocedere da un giorno all’altro non sarà semplice.