I diritti dei bambini in Italia li difende il Nuovo Centrodestra
11 Agosto 2014
Una donna ha un figlio, poi decide di cambiare sesso, diventa un uomo e fa un altro figlio, questa volta da uomo. I due nascituri saranno dunque fratelli, ma il primo ha una mamma che è diventata un papà, e il secondo ha un papà che prima era una mamma. Una stessa persona avrà il ruolo di madre partoriente (per il primo figlio) e il ruolo di padre concepente (per il secondo bambino).
Di fronte a casi come questi, che non sono fantascienza, ma realtà concretamente esistenti (sono finora 11.000 gli individui in Italia che hanno deciso di cambiare sesso, da ultimo anche il vicesindaco di Viareggio), cosa deve fare la politica?
E se un uomo si ama con un altro uomo e vogliono un figlio, come il cantante Elton John e il suo compagno, e così affittano l’utero di una donna, mescolano i loro semi, li impiantano dentro il suo corpo, la fanno partorire, la pagano e vanno via con il loro figlio, quale azione deve condurre la politica?
E se tre donne si amano, si accudiscono e vogliono procreare (come recentemente ad Asolo), prendono così il seme di un donatore, scelgono il corpo di una delle tre in cui verrà portata avanti la gravidanza e dopo nove mesi avranno il neonato che avrà tre mamme e un padre ignoto, anche di fronte a questo caso, quale è il compito della politica?
La politica italiana ha dimostrato finora tre atteggiamenti verso queste realtà.
La prima è una posizione possibilista, esemplarizzata dalle dichiarazioni di personalità come Umberto Veronesi o Marco Pannella; per questa posizione, la cosa importante è concepire con amore, a prescindere e al di là di chi siano i concepenti: un uomo e una donna, o due uomini, o due donne, o due o più transessuali; non è rilevante chi siano, ma quanto amore mettono nell’atto generativo. Dunque la legislazione italiana dovrebbe lasciare massima libertà di azione e di autodeterminazione agli individui nel loro diritto ad amare e a concepire e generare con amore. Quanto più l’Italia inibisce questo diritto, tanto più i detentori di questo supposto diritto saranno spinti a cercare quei paesi europei o di altri continenti in cui una simile pratica è consentita e avallata.
La seconda posizione della politica è ahimé quella dominante: trattandosi di situazioni finora molto marginali e contenute nel numero, non si deve toccare drasticamente la normativa vigente, il pudore e il senso comune della maggioranza degli italiani renderanno minimi i casi.
La terza posizione, che qui privilegiamo, è quella di chi pensa che anzitutto vadano difese la vita e la dignità del più debole: il diritto del bambino ad avere una madre-donna e un padre-uomo. E’ vero che la biologia ha una sua complessità e in natura può accadere che una cagna allatti cuccioli di gatto e che un orfano, allevato e istruito dalle suore, cresca ugualmente in salute e vigore. Ma siamo tutti figli – finora – di un padre e di una madre e così dovrà sempre essere. Non è una regola superabile, se non a patto di calpestare la necessità di un bambino di avere due figure di riferimento, una materna e una paterna.
La presenza di una mamma e di un papà non è opzionabile o scambiabile con altre figure: due padri, due madri, tre padri, quattro madri. Non si tratta di difendere retoricamente l’istituzione della famiglia, ma di porre l’attenzione anzitutto sui soggetti più deboli, ovvero i nascituri, e volere che essi abbiano, almeno nella maggioranza dei casi, un riferimento chiaro nella figura della madre, che è donna, e in quella del padre, che è uomo.
L’unico partito, nell’attuale panorama italiano, che ha una sua posizione chiara, determinata dall’avere al proprio interno personalità come Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella, Maurizio Sacconi, Mario Melazzini, che si sono distinte per battaglie a viso aperto su questi temi etici della famiglia e del bambino, è proprio il Nuovo Centrodestra.
In questo partito ancorché giovane, risiede una riflessione critica e una letteratura fatta di libri, convegni, comizi, articoli, sul tema del diritto alla vita e alla dignità della vita del nascituro, che ad oggi nessun altro partito possiede così distintamente. Ad esempio, il Partito Democratico che posizioni ha di fronte ad un transessuale che vuole partorire o richiede l’affidamento di un bambino? E’ dalla parte di Umberto Veronesi, già senatore del Partito Democratico, o con Mario Adinolfi, cofondatore e già onorevole dello stesso partito, che nel suo ultimo meritorio libro "Voglio la mamma" stigmatizza come volontà violente da condannare quelle di una coppia omosessuale che figlia attraverso un utero in affitto?
E Forza Italia? E il Movimento 5Stelle? A noi non risultano dichiarazioni così chiare e nette in proposito, né battaglie, né comizi, né libri, come invece hanno fatto, nel corso della loro carriera politica, alcuni fondatori di NCD, i cui nomi sono citati prima.
Il Nuovo Centrodestra, cioè, condivisibile o meno che sia la sua visione, ha nettamente una posizione. Nel crogiolo della sua fondazione, il partito ha fatto sue alcune battaglie etiche che sono state importanti per il paese, da quelle di Marcello Pera che, con Papa Benedetto XVI, avviò un fitto dialogo pubblico sul relativismo morale, ad Eugenia Roccella con la sua feconda riflessione sul pericolo esistente di un utilizzo razziale degli embrioni, a Gaetano Quagliariello con le sue battaglie sul fine vita, che sono speculari a quelle dell’inizio della vita, a Maurizio Sacconi che riattualizza la lezione di don Luigi Sturzo sulla persona e sulla comunità.
Se ai partiti si chiede trasparenza e chiarezza, anche e soprattutto sui diritti dei più deboli, cioè dei bambini, non ci può essere pressappochismo o ambiguità. Avendo contezza della tragica complessità dell’esistente, su questi problemi così fondamentali il Nuovo Centrodestra, ad oggi, ha il bagaglio culturale più consapevole e la linea politica più chiara.