I dolori del giovane finiano

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I dolori del giovane finiano

28 Novembre 2010

Certo che devono essersi sentiti a dir poco imbarazzati i finiani che nei giorni scorsi si sono arrampicati sui tetti di Roma per dimostrare tutto il loro disgusto fisico, oltre che ideologico, nei confronti del disegno di legge della Gelmini di riforma dell’università. Immortalati nelle loro performance più improbabili, senza fiato ma felici, non gli sarà sembrato vero di poter mettere in atto la loro azione dimostrativa quotidiana contro un rappresentante del loro ex governo facendo un gesto tanto atletico quanto simbolico.

Di terra in cielo (è il caso di dirlo) a miracol mostrare, anche la Perina, lassù in cima sembrava trasfigurata dalla contentezza. E Granata, accanto a Venditti, pareva voler intonare qualche stornello in romanesco anche solo per dar fastidio alla quota lumbard dell’Esecutivo. A dirla tutta ci dispiace che tra gli arrampicatori dell’ultima ora ci siano anche dei seri e cari amici, collaboratori dell’Occidentale, come della Vedova, che se è salito fin lassù non è certo per farsi bello agli occhi dell’opinione pubblica ma per convinzione, ne siamo certi.

Quale sia stato il motivo, pareva che i finiani di ferro per la prima volta sentissero di fare la cosa giusta e al posto giusto. Poi la pioggia monsonica. Il presidentissimo dallo scranno più alto di Montecitorio in distaccamento all’Università di Lecce ha dichiarato: “La riforma dell’università? È una delle cose migliori di questa legislatura”. Ma come? E adesso che gli diciamo – si saranno detti i finiani – a quelli rimasti là sotto a guardare quando si scende?

A nessuno è dato di saperlo. Qualcuno si sarà trincerato dietro la parziale consolazione che Fli è un partito vero, di quelli dove il dissenso la vince, al punto da potersi permettere di salire su una scala con Bersani, Ferrero e Di Pietro. Però sinceramente siamo curiosi di vedere cosa accadrà alla Camera martedì mattina, quando i deputati uno per uno saranno chiamati a votare la legge della Gelmini. Allora sì che se ne vedranno delle belle, perché delle due l’una: o gli scalatori disattenderanno le indicazioni di voto del leader del loro partito, che ha chiaramente detto che Fli voterà la riforma dell’università, o terranno fede agli impegni presi per tetti. Allora sì che sotto i piedi la terra comincerà a scottare veramente.