“I finiani vogliono spartirsi il Pdl ma noi berlusconiani glielo impediremo”
18 Luglio 2010
"I divorzi non sono mai una cosa bella, ma per vivere insieme occorre essere in due ed esserne convinti". Osvaldo Napoli vicepresidente dei deputati Pdl, sindaco di Valgioie in quel di Torino nonchè berlusconiano di ferro, usa l’immagine di una coppia a un passo dal capolinea per dire che "il momento è difficile ma è ora di decidere". In agosto il Cav. rimetterà mano al partito e questo vale "come una garanzia" dice, pur non negando che se i finiani non rientreranno nei ranghi unitari, l’unica via d’uscita è la separazione, "meglio se consensuale". Messaggio che alla vigilia del voto alla Camera sui manovra e intercettazioni, suonano come una sorta di "ultima chiamata".
Onorevole Napoli, dopo un anno di vita il Pdl è già al capolinea?
Assolutamente no. Diciamo che è un momento difficile perché con la nascita del Pdl si sono messe insieme due componenti con due storie diverse. La difficoltà sta in due concetti politici diversi.
Sì ma se ci sono due concetti politici diversi come fate a stare insieme?
E’ questa la difficoltà attuale. La cultura di Forza Italia non è correntizia come invece lo è per An dove tutto viene diviso in base a quote e percentuali. Per superare questa fase, occorre prendere una decisione, come peraltro ha annunciato Berlusconi quando ha detto che ad agosto si occuperà del partito.
Come? Secondo lei cosa c’è da fare?
E’ molto semplice: o l’area finiana rientra in una logica di unità e non di differenziazione su ogni singolo provvedimento legislativo per aumentare il prezzo della pressione politica, oppure è meglio separarci.
Delle due opzioni qual è quella più realistica?
Penso sia più calzante quella della separazione anche se non la auspico, perché i divorzi non sono mai una cosa bella.
Eppure i finiani non vogliono uscire dal Pdl che hanno contribuito a costruire. Come la mettete?
Lo credo bene che non se ne vogliono andare. In questo momento godono di una posizione di grande rilievo mediatico che perderebbero con la scissione. Il punto è che i finiani vogliono essere maggioranza e opposizione al tempo stesso, una cosa impossibile. E’ chiaro che quando tu dall’interno attacchi Berlusconi, Verdini, Cicchitto come Quagliariello e altri esponenti del partito, o ancora quando smonti un provvedimento legislativo della maggioranza è ovvio che i media danno risalto alla posizione dei dissenzienti perché questa contrapposizione avviene dentro il partito.
Secondo lei qual è il disegno di Fini e dei suoi fedelissimi?
Vogliono suddividersi il partito in percentuali e quindi in posti di potere come avveniva una volta in An e in altre forze politiche della prima Repubblica. In pratica, stabilizzare la regola del 70-30, dove il 30 deve essere appannaggio solo dei finiani. Qui non si tratta nè di morale, nè di approvare o meno singoli provvedimenti, il problema vero resta la suddivisione in percentuali.
E’ come se nel Pdl si fosse aperto un congresso permanente di An, ma anche nell’area berlusconiana c’è chi si sta attrezzando. Il movimentismo della fondazione di Frattini e Gelmini "Liberamente" sembra avere il passo di una corrente in formazione.Che ne pensa?
An ha importato nel Pdl un concetto estraneo alla cultura di Fi e che oggi Fi subisce, su questo non c’è alcun dubbio. Forse Liberamente era partita con un concetto di preparazione correntizia come contraltare alla corrente finiana, ma oggi credo che dopo il no netto di Berlusconi alle correnti se vi era un pensiero del genere, è rientrato e Liberamente è tornata nell’alveo dell’attività di elaborazione politico-culturale tipica delle fondazioni del Pdl.
Tuttavia la corrente di Fini si è già strutturata sul territorio e si muove in autonomia.
Berlusconi ha detto che in agosto si occuperà del partito, quindi affronterà la questione della corrente finiana.
Il triumvirato va superato come chiedono Fini ma anche alcuni berlusconiani di peso, come le ministre Gelmini, Prestigiacomo e Carfagna. Un coordinatore unico può risolvere i problemi del Pdl, specie in questa fase?
Penso che i tre coordinatori debbano restare al loro posto, non c’è necessità di un cambio in questa fase, anche perché una decisione del genere significherebbe esporre il partito a nuove lacerazioni interne, molto pericolose. E’ ovvio che l’area finiana chiede il coordinatore unico perché in questo modo porrebbe subito la rivendicazione del 30 per cento di rappresentanza dentro il partito, escludendo da quella quota i colonnelli di An che hanno scelto il campo berlusconiano. Noi di certo non siamo d’accordo su questo.
Dunque le quote vanno superate? E come?
Se veramente vogliamo un partito unico, arrivati a questo punto le quote vanno superate, cancellate, anche perché il mantenerle a mio avviso porterebbe automaticamente alla corrente: non solo, ma il pericolo vero è che tutti noi potremmo fare una corrente mettendo sul piatto della trattiva il proprio "peso" politico. Si tornerebbe così ai vecchi schemi della prima Repubblica che noi forzisti non vogliamo. Ci possono essere diversità di vedute su alcuni temi, ma queste fanno parte della dialettica interna ad una grande forza politica come la nostra e però non devono mai degenerare in tentativi di contrapposizione in stile correntizio.
Certo, che il tono delle dichiarazioni quotidiane dei finiani, con in testa Bocchino non lasciano intravedere grandi margini per una ricomposizione.
Se si guarda alle recenti dichiarazioni di Granata o di Bocchino si capisce subito che sono di una gravità tale per cui le speranze di unità sono poche. Ogni giorno dai finiani arrivano vere e proprie cannonate all’indirizzo del premier, del governo e del partito. Una cosa inaccettabile che oltretutto danneggia l’immagine del Pdl e il rapporto con gli elettori.
In questi giorni sono molte le suggestioni e gli scenari che ruotano attorno al rapporto tra Fini e Berlusconi. C’è anche chi non esclude l’ipotesi che il Cav. risolva la questione una volta per tutte fondando un nuovo partito. Fantapolitica?
Sì, ora non c’è alcun motivo di fondare un nuovo partito. La verità è che la poltitica deve tornare centrale e su questa base occorre fare sintesi; altrimenti la separazione diventa inevitabile perché alla fine non reggi. Sono convinto che in autunno se continuasse questo livello di scontro è automatico che ci separiamo ed è chiaro che il distacco sarà anche sul piano politico.
In che senso?
Faccio un ‘ipotesi: se Berlusconi annuncia che sul piano politico non ci sono più le condizioni per andare avanti con Fini, questo è un messaggio politico molto forte e la gente capisce che la separazione è stata inevitabile a causa di chi ha portato a una simile conseguenza.
Lei è uno dei più stretti collaboratori del Cav., al suo fianco dal ’94. Ha avuto modo di parlargli e che sensazione ne ha tratto?
No comment.
Diplomatico…
La cosa che più di tutte dispiace è che questo governo sta lavorando bene per portare il paese fuori dalla crisi e lo ha fatto meglio di altri esecutivi europei. In altre parole, il risultato positivo dell’azione di governo viene denigrato e sminuito da una costante opera di critica, spesso strumentale. La gente è delusa da tutto ciò, specialmente per l’atteggiamento dei finiani.
Nell’intervista al Corsera, Cicchitto fa una sorta di apertura a Fini sul riconoscimento della componente di minoranza. Cosa ne pensa?
Cicchitto apre ai finiani ma a patto che rientrino nei ranghi dell’unità e in quelli di una dialettica politica costruttiva, non distruttiva. Perchè se la dialettica resta così, cioè mirata a rompere e ad alzare il prezzo, non può certo andare bene. Cicchitto dice una cosa fondamentale che sostengo anch’io: se è possibile recupare lo facciamo a condizione che finisca il controcanto perenne su ogni provvedimento col paradosso che se intervengono delle modifiche è solo merito dei finiani.
Congresso sì o no?
Se ci sarà, sarà nel 2012 non prima.
Nel Pdl esiste una questione morale? E il tema della legalità è proritario, come sostengono i finiani ogni volta che un esponente della maggioranza finisce sotto inchiesta?
Diciamo subito che si tratta di problemi di singole persone. Non posso accettare rimbrotti dai finiani su legalità e democrazia. La mia crescita politica e culturale è fatta di democrazia. Sono sindaco e parlamentare e non ho mai messo piede in procura, quanti altri anche di quelli che si riempiono la bocca di legalità possono dire altrettanto? Legalità e democrazia sono concetti insiti in ciascuno di noi, non è un problea di partito.
Intercettazioni e manovra. Prevede agguati alla Camera dai dissenzienti?
Arrivati a questo punto e con tutte le modifiche fatte al dl intercettazioni e con un voto di fiducia sulla manovra che non escludo possa essere esteso anche all’altro provvedimento, non penso ci saranno A meno che i finiani non decidano all’ultimo momento di votare contro, ma questo sarebbe un atto gravissimo del quale si dovrebbero assumere tutta la responsabilità politica. Non ci credo nemmeno se lo vedo.
Secondo lei il Pdl è subalterno alla Lega?
Ho un rapporto con la Lega da molti anni, sono nella mia giunta. E’ un rapporto di competizione leale nel senso che io vado a cercare i voti per il Pdl loro fanno altrettanto per il Carroccio.
Sì ma anche il Carroccio pone diktat al Pdl.
I rapporti sono improntati alla dialettica interna allo schieramento, ma rispetto a quella dei finiani non c’è paragone. Eppoi il confronto con la Lega seppure talvolta aspro, alla fine si traduce in una sintesi politica. Non è così con i seguaci di Fini.
State corteggiando Casini?
Il dato oggettivo è che il popolo dell’Udc muove naturalmente verso il centrodestra e non verso il centrosinistra. Se vi sono possibilità misurate tuttavia sulla base di un programma condiviso, io dico ‘Benvenuto, Casini’ e sono favorevole a un loro ingresso in maggioranza nei due anni e mezzo che ci separano dal termine della legislatura. Alla Lega dico che il monito "non li vogliamo" non è comprensibile oltre ad essere un monito a prescindere. Vediamo prima cosa ci unisce e capiremo poi il da farsi.
Si torna il voto a marzo, come sostengono molti parlamentari Pdl?
Non ci sono i presupposti e non ne vedo la possibilità perchè sono convinto che Berlusconi ha le idee chiare e anche stavolta saprà come uscire da questa situazione. Le elezioni anticipate a mio avviso sarebbero la peggior cosa.Eppoi lo stesso centrosinistra non è interessato all’opzione voto anticipato, perché non ha una valida alternativa a Berlusconi.