I francesi premiano le promesse fiscali di Sarkò
09 Maggio 2007
di Cicero
Sono in molti a riconoscere che la vittoria di Nicolas Sarkozy sia anche dovuta alle sue proposte in materia economica, di stampo liberista. Lo ammette senza riserve il forum La Voce, certamente non sospetto di simpatizzare per la destra. Il successo del candidato neo gollista – si sottolinea in un contributo pubblicato oggi (Perché ha vinto Sarkozy,www.lavoce.info) – deve molto anche alla sua capacità di convincere gli elettori che il suo sarebbe stato un governo più amichevole sul piano della politica fiscale.
La principale proposte avanzate da Sarkozy consiste nel ridurre il limite complessivo di prelievo fiscale che grava sul singolo contribuente, rafforzando il così detto “scudo fiscale” come viene chiamato in Francia (bouclier fiscale). In concreto la somma delle imposte sul reddito, sulla prima casa e sul patrimonio non potranno essere superiori al 50 per cento dei ricavi ottenuti dal contribuente nel corso dell’anno precedente. Attualmente tale limite è posto al 60 per cento. La proposta mira a sostenere l’accumulazione di capitale, limitandone di fatto la tassazione, e a stabilire un rapporto di equità con il fisco. Coerentemente e correttamente, durante tutta la campagna elettorale, il neo-Presidente ha ripetutamente sottolineato che ritiene anormale che un cittadino sia chiamato a cedere oltre la metà del proprio reddito allo Stato.
Da parte sua, la candidata socialista ha duramente attaccato questa iniziativa nei mesi scorsi, sostenendo che si tratta di un provvedimento iniquo che favorisce esclusivamente i più abbienti, detentori di grandi patrimoni. Di fatto ha sottovalutato che in un epoca di finanziarizzazione e di grande crescita del valore degli immobili anche i ceti medi sono oggi proprietari di piccoli patrimoni e potranno beneficiare della riduzione del carico fiscale che ne deriva.
Sarebbe interessante conoscere quanti dei leader del centro destra italiano, che oggi si rallegrano per la vittoria del loro amico Sarkozy, sarebbero disposti a proporre un’iniziativa analoga. Non ci scordiamo infatti che nella passata legislatura spesso le resistenze più forti alla riduzione delle imposte sono venute proprio da alcuni partiti della coalizione di governo.