I frigoriferi ninja di Virginia Raggi

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I frigoriferi ninja di Virginia Raggi

27 Ottobre 2016

In una intervista, la prima da Sindaco, a Repubblica, Virginia Raggi delinea la sua azione politica. E lancia pesanti accuse. In primis sull’oscuro e tragico complotto di cui si sarebbe accorta in prima persona. L’indizio che ha svelato il mistero sono i rifiuti ingombranti per strada. Un nemico, infatti, si aggira, misterioso per Roma. Il suo scopo è abbattere la Democrazia e lo fa un frigo alla volta. Un materasso alla volta. Un rifiuto ingombrante alla volta.

È un nemico subdolo, invisibile. Sfugge ad ogni definizione ed è dotato di super poteri. Il primo, ovviamente, è l’invisibilità. Il secondo è la celerità. In soli tre mesi da quando la stessa Raggi ha bloccato il servizio di smaltimento, infatti, questo nemico ha riempito Roma di rifiuti ingombranti. Urge un’inchiesta. Possibilmente Parlamentare.  Non siamo tra chi attacca i grillini a prescindere, tra quelli (il Pd in primis) che stanno lì con gli occhi fissi sulla Raggi per accusarla di qualunque nefandezza al primo battito di ciglia.

Ma quando vediamo riemergere le tesi complottiste, perdipiù sui frigoriferi raminghi, ci cadono le braccia. Se l’onestà non funziona, se i buoni non vincono, se la giustizia non trionfa è solo perché qualcuno bara, perché ci sono i  sabotatori. Non sono argomenti nuovissimi, ma funzionano ancora. Guardate il Venezuela di Maduro. Là mancavano e mancano i generi di prima necessità. Manca persino, atroce ironia, la benzina in uno dei primi paesi esportatori di petrolio. Ecco, a causare tutto sono i contro rivoluzionari. I capitani d’impresa. I capitalisti. Che nella realtà sono spesso piccoli imprenditori, gli unici rimasti da arrestare.

Per Maduro  i nemici sono meno immaginari: hanno dei nomi, una storia ed un profilo. Quelli della Raggi non ancora, ma ci stiamo arrivando. Il problema, che rende questo discorso meno tenero e molto, molto più preoccupante, è di natura economica. I nemici immaginari sono tenaci e resistenti. L’unico modo per liberarsene, nella mente di chi li deve affrontare, è fargli una guerra. Vera. Reale.

Volete un esempio recente? Ci sono voluti dieci anni per affermare con certezza giudiziaria che no, Ilaria Capua non stava cercando di scatenare una guerra batteriologica per poter vendere vaccini. Queste accuse sono rimaste in piedi per due lustri unicamente perché qualcuno, evidentemente, credeva che esistesse la possibilità che un gruppo di scienziati facesse una cosa del genere. E sono stati spesi una montagna di soldi per dimostrarlo.

I nemici immaginari stanno assediando questa società ed i loro costi stanno salendo. I frigoriferi ninja di Virginia, che appaiono di notte, pronti a minare la marcia dei Cinque Stelle, possono far sorridere ma non sono innocui. Serviranno a distrarre il sindaco, e forse un certo numero di cittadini, da una realtà difficile che va governata.