I futuristi guardano a sinistra anche nell’Aula di Montecitorio
12 Gennaio 2011
di redazione
‘Fatti più in là’ dice il futurista Bocchino al leghista Reguzzoni. Si sa la convivenza forzata da separati in casa è difficile per tutti. Tra le mura domestiche e a maggior ragione a Montecitorio dove i finiani che siedono nei banchi assegnati al ‘gruppone’ del Pdl vogliono cambiare posto.
Ritrovarsi “circondati” o a pochi centimetri dagli ex colleghi e dai deputati del Carroccio evidentemente non deve essere il massimo per chi dal Pdl se n’è andato sbattendo la porta, ha fondato un gruppo autonomo che sta all’opposizione con Bersani, Di Pietro e Casini e tra un mese scaglierà una bottiglia di champagne (meglio di spumante, secondo noi) sulla prua della nave di Futuro e Libertà. Quei posti tra i berluscones di comprovata fede e i lerghisti puri e duri, insomma, cominciano a diventare scomodi o stretti (dipende dai punti di vista e dalle ambizioni) per Bocchino&C. Da qui la richiesta si spostarsi a sinistra, almeno nell’Aula della Camera.
Il coriaceo capogruppo ha pensato bene che l’unica soluzione al problema era far traslocare verso destra i parlamentari di Bossi occupando a sua volta i posti assegnati alla Lega collocati al centro dell’Emiciclo. Ma il presidente delle camicie verdi Reguzzoni lo ha stoppato subito, rispondendogli picche: noi restiamo dove stiamo. Al diavolo il bon ton parlamentare! Ai futuristi non è restato altro che prendere atto (come ha fatto Fini sulle colonne di Rep. a proposito della sconfitta sulla mozione di sfiducia al Cav.) e rassegnarsi a rimanere sulla poltrona che “scotta”.
Con l’unica consolazione di poter far capolino tra un parlamentare pidiellino e uno leghista per strizzare l’occhio e ammiccare un sorrisetto d’ordinanza ai neo-colleghi di opposizione. O almeno attendere pazientemente che qualcuno tra i berluscones e i leghisti si becchi un raffreddore o due linee di febbre lasciando il banco vuoto e aprendo così la visuale dei futuristi a sinistra. Forse, non solo geograficamente.