I giovani figli del Grande Fratello

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I giovani figli del Grande Fratello

12 Aprile 2007

Ci si meraviglia, in modo un po’ vigliacco, degli episodi di bullismo nelle scuole. Ma perché essere sorpresi e di cosa? Andiamo indietro nel tempo e scopriamo come ci sono sempre stati il bullo e la vittima, solo che non avendo interessato la stampa (che allora si interessava di altro) non se ne parlava con queste etichette e questa enfasi. Ma quei “simpatici ragazzi” che umiliavano, menavano, insultavano e ricattavano, eccome se non c’ erano! Se essere bulli è tutto ciò ne abbiamo conosciuti molti sia nei banchi che dietro le cattedre!

Allora dov’è la differenza? E cosa rende questo fenomeno così centrale? Ovviamente non solo il fatto che se ne parli di più. Il bullo di oggi fa più scalpore, spaventa perché utilizza linguaggi , comportamenti e immagini sessuali e pornografiche e questa area non apparteneva, giustamente, ai ragazzi. Ma anche rispetto a ciò di cosa ci meravigliamo? In tutti questi anni di televisione, pubblicità, immagini nei giornali non è stato enfatizzato e pubblicizzato il sesso? E in che modo? Separandolo dal sentimento, dall’emozione che lo dovrebbe accompagnare. L’immagine, volgare e pornografica, è stata la protagonista delle pubblicità. I ragazzi, soprattutto i meno fortunati che non hanno genitori presenti e in grado di mediare immagini e argomenti, sono cresciuti con questo esempio. Tutto si può vedere, toccare, palpare. Li abbiamo educati alla pornografia, alla competitività e all’aggressività. Questo per loro vuol dire essere vincenti.

Vincente, brillante, intelligente vuol dire: produrre immagini erotiche, avere comportamenti aggressivi, essere primi in tutto ed avere tutto. Se uniamo tutti questi “insegnamenti” la miscela è esplosiva. E così in modo trasversale nei diversi ceti sociali emergono i bulli, che cercano un’identità e pensano che quella vincente sia mostrare la propria forza rappresentata dalla loro violenza così forse qualcuno li guarderà e contestualmente avranno la sensazione di esistere. Sono stati educati a fare i “guardoni” e a cercare di stupire e allora di cosa ci stupiamo se ognuno tenta di fare un Grande Fratello privato?