I grandi da Mandela. Ovazione per Obama, fischi per Zuma e Abu Mazen
11 Dicembre 2013
di redazione
Non c’era solo il presidente Obama al funerale di Mandela allo stadio di Soweto in Sudafrica e non ricorderemo la cerimonia soltanto per la stretta di mano tra il commander in chief e il leader cubano Raul Castro: erano presenti circa cento leader da tutto il mondo, compreso il nostro Enrico Letta. Sotto una pioggia battente, cento capi di Stato e premier e centomila persone hanno dato l’ultimo saluto a Madiba, con la pioggia che, è stato detto, "è quello che Mandela avrebbe voluto: nella tradizione africana, quando piove nel giorno della sepoltura è un buon segno perché significa che sarà accolto nel regno dei cieli". Ai fischi rivolti al presidente del Sudafrica hanno fatto da contrappunto gli applausi per il presidente Obama, che ha definito Madiba "un gigante della Storia", e per i Clinton, anche loro in tribuna d’onore. Fischi anche per Abu Mazen, il leader palestinese. Per il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, "Il Sudafrica ha perso un eroe, un padre. Il mondo ha perso un caro amico e una guida". Mandela, "insegnava con l’esempio. Lui odiava l’odio, non le persone. Ha mostrato il grande potere del perdono, trattando le persone con il massimo rispetto. Questa è stata la sua lezione, che ha condiviso con tutta l’umanità". E Obama: "Trent’anni fa, quando ero ancora uno studente, ho conosciuto Mandela e la sua lotta. Ha mosso qualcosa in me, ha risvegliato le mie responsabilità verso gli altri e verso me stesso. E mi ha condotto verso un improbabile cammino che mi ha portato oggi qui". Tra i leader presenti, il canadese Harper, il presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, e il presidente della Commissione Ue, Barroso, il presidente francese Hollande e il premier inglese Cameron e ancora i leader e i rappresentanti di Danimarca, Norvegia, Svezia, Olanda, Belgio, Venezuela, Aghanistan, Iran. Secondo il premier italiano Letta: "Mandela è stato un uomo che ha lottato e unito, un grande esempio per la nostra politica e quella europea".