I have a dream… che l’Italia conti nel Parlamento europeo

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I have a dream… che l’Italia conti nel Parlamento europeo

 

I have a dream: che l’Italia conti finalmente nel Parlamento Europeo, che l’Italia riprenda il posto che le spetta, il posto  che una legge iper-proporzionale senza sbarramento le ha negato dal 1979 ad oggi.

I have a dream: che un Italiano diventi Presidente del Parlamento che un altro diventi Presidente del PPE o del PSE o dell’Alde, oppure Presidente di una Commissione Parlamentare potente come Bilancio, Affari esteri,  Economica o Ambiente: non mi importa nulla se sarà Mario Mauro o Francesco Rutelli, Guido Podestà o Massimo D’alema, Giuseppe Gargani o Piero Fassino, (già…. e le donne??).

Il mio sogno si potrà avverare ad un’unica condizione: che la legge attualmente in discussione non si discosti troppo dalla proposta Calderisi. Perché solo creando delegazioni italiane numerose nei gruppi parlamentari, l’Italia potrà finalmente occupare le posizioni importanti che corrispondono al suo ruolo di grande paese fondatore, a partire dalla carica di Presidente del Parlamento, mai occupata da un Italiano, nel Parlamento eletto, dal 1979. Infatti, dal 1979, anno della prima elezione diretta, si sono succeduti 3 Presidenti Tedeschi, 3 Spagnoli (la Spagna è Membro dal 1986 ed è più piccola dell’Italia), 3 Francesi, 1 Olandese, 1 Inglese, 1 Irlandese.

Nessun Italiano. Forse gli Italiani inviati in Europa sono peggiori degli altri? No di certo. Forse gli Italiani non sono presentabili in Europa? No di certo. Forse gli Italiani non parlano le lingue? In parte è vero, ma non è questo. Allora perché? Perché per l’attribuzione delle cariche più importanti del Parlamento Europeo,  ed in qualche misura anche all’interno dei Gruppi Parlamentari, vige il sistema D’Hondt, il corrispondente del nostro Cencelli.

Salvo pochissime eccezioni, le cariche elettive sono determinate, all’inizio ed alla metà della legislatura, in base alla consistenza numerica innanzitutto dei Gruppi parlamentari, e all’interno di essi, al "peso" delle singole delegazioni nazionali.

Cosi la prima scelta spetta al primo Gruppo ed alla prima delegazione. Normalmente le scelte sono effettuate in questa sequenza: Presidente del PE, Presidente del Gruppo, Presidente di Commissione importante o Vice presidente del PE, Questore, Presidente di delegazione, … e così di seguito. Perché il mio sogno non ha potuto avverarsi fino ad ora? Vediamo la situazione della corrente legislatura.

Attualmente nel PPE-DE la delegazione italiana (24 MEPs) è la terza (assieme alla Spagna), dopo la Germania (49 MEPs), il Regno Unito (27 MEPs) : quindi gli Italiani hanno scelto la carica, di Vice Presidente del PE,e  per la seconda scelta, la Presidenza della Commissione Giuridica, non fra le primissime in termini di potere reale, anche se estremamente importante per le autorizzazioni a procedere.

Nel PSE la situazione è peggiore: l’Italia (17 MEPs) è la quinta delegazione, dopo la Francia (31 MEPs ), la Spagna (24 MEPs che ha ottenuto la Presidenza del PE con Joseph Borrell Fontelles nella prima metà della legislatura), la Germania, (23 MEPs), il Regno Unito  (19 MEPs) :l’Italia nel PSE  non detiene  attualmente nessuna Presidenza di Commissione permanente, ed ha ottenuto recentemente, la Presidenza della Commissione temporanea sui Cambiamenti Climatici, per Guido Sacconi.

Nel gruppo ALDE la delegazione italiana è attualmente la prima con 12 MEPs, ma non lo era all’inizio della legislatura, e quindi la Presidenza del Gruppo è andata ad un Inglese, anche se gli Italiani nell’Alde hanno ottenuto una vicepresidenza del PE e la Presidenza della Commissione Trasporti.

Oltre a questo effetto negativo per l’Italia come Paese, la frammentazione ha prodotto anche effetti positivi, se visti dall’ottica dei piccoli partiti: essi hanno goduto di una tribuna dalla quale testimoniare le proprie idee, ed in contempo una fonte di finanziamento pubblico supplementare, attraverso i salari dei Deputati, le loro varie indennità, i finanziamenti dati ai Gruppi Parlamentari, la possibilità di impiegare assistenti e funzionari etc.

Ma ne è valsa, ne vale la pena? E’ il caso, per garantire queste sopravvivenze, di rinunciare al ruolo dirigenziale per l’Italia?

I have a dream: che l’Italia lasci sul terreno la maglia rosa(o nera? ) del più elevato numero di partiti presenti: 16, contro gli 11 della Francia e della Polonia, 8 della Spagna, 10 dell’Inghilterra e i 6 della Germania, e che gli Italiani si concentrino in due tre Gruppi parlamentari, per contare di più, e non in 6 Gruppi come attualmente.

I have a dream: che l’Italia rinunci ad un’altra maglia rosa (o nera?): quella del più alto numero di Deputati "di passaggio" al PE, in attesa di un posto al Senato o alla Camera o nei Consigli regionali o provinciali o comunali: gli altri partono solo per diventare Presidenti della Repubblica o Ministri…..

Dal giugno 2004, sono avvenute  in tutti i 27 Paesi membri, 105 dimissioni di Deputati Europei, di cui ben 37 di deputati italiani (il 35% del totale generale ed il 47% dei deputati italiani) contro 11 di francesi, 7 di spagnoli, 5 di polacchi, 4 di tedeschi e 4  di inglesi. Addirittura, fra gli Italiani "di passaggio", alcuni si fanno nominare Deputato Europeo (fa tanto chic nel curriculum) pur ricoprendo una carica incompatibile a livello nazionale, e dopo un mese se ne vanno.

Succede in tutti i Gruppi. Alcuni esempi? Dall’Ulivista Giuseppe Bova entrato il 16 Maggio e partito il 16 giugno 2008, al Popolare Innocenzo Leontini entrato il 23 Giugno e partito il 23 luglio 2008, al Rifondarolo Corrado Gabriele, sostituto di Bertinotti, ma solo dall’ 8 Maggio al 18 giugno 2006, oppure Giovanni Procacci che è arrivato al posto di Santoro il 15 novembre 2005, ma è ripartito il 27 maggio 2006: tutto regolare, naturalmente, ma questa ennesima anomalia italiana dovrebbe essere eliminata dalla legge .

I have a dream: che al momento della preparazione delle liste elettorali,si faccia come negli altri Paesi, pur in presenza quasi ovunque di liste bloccate: siano presi in considerazione per stabilire anche la posizione in lista, la professionalità nell’esercizio del mandato, che si basi anche sull’assiduità nelle presenze in aula ed in commissione, il lavoro effettuato a livello di relazioni presentate, emendamenti, rapporti legislativi ecc: i capi delle altre delegazioni tengono delle speciali "pagelle" in questo senso, quanti dei Deputati italiani sopravvivrebbero a queste analisi?

Inoltre, quello che alcuni definiscono come il grande scandalo delle liste elettorali bloccate, come previste nella bozza Calderisi,scandalo potrebbe essere definito non in base alle previsione legislativa, ma all’applicazione "all’italiana" di regole ovunque riconosciute ed applicate: la scelta dei candidati da parte dei Segretari dei partiti, con criteri tutt’altro che trasparenti.

Negli altri Paesi la lista dei candidati  è stilata dai Partiti, in seguito ad elezioni primarie,  o a  congressi regionali e questo con un certo anticipo. Sapete che dal 2007 si conoscono i candidati inglesi per le elezioni europee ed il loro posto in lista? E le nostre liste quanti giorni prima dell’ultimo possibile saranno note?

Ho cercato di spiegare che se si vuole che l’Italia riprenda il suo ruolo di Paese "grande" e " fondatore", essa deve uscire dall’impasse prodotta dalla legge elettorale attuale e si dovrà dotare di una legge che contrasti l’iperframmentazione. In caso contrario si perpetuerà il ruolo di un’Italia subordinata rispetto ad altri Paesi di importanza numerica equivalente, o  minore, come la Spagna e ben presto la Polonia.

Non importa che a questo si arrivi con uno sbarramento del 5% (sarebbe meglio…..di più non si può) o del 4%, con cinque o più circoscrizioni. Altrimenti il sogno non si avvererà.