I Labour vincono le amministrative ma Johnson resta sindaco di Londra
05 Maggio 2012
Londra è stata riconsegnata al biondo Boris Johnson. Il sindaco uscente rimarrà sulla poltrona di Mayor ancora per quattro anni grazie alla vittoria su Ken Livingstone, l’ex sindaco che i laburisti avevano rimesso in pista e che adesso ha bruciato l’ultima occasione di fare politica visto che quella che si è appena conclusa è stata la sua ultima campagna elettorale.
Ma quello dell’eccentrico conservatore non può definirsi purtroppo un trionfo. Johnson ha vinto di stretta misura sul rivale storico, con un vantaggio estremamente risicato, il 3%, al termine di uno spoglio delle schede caratterizzato da guasti, inceppi e ritardi. Ieri mattina, il ‘Tory in bicicletta’ si proclamava ottimista per un facile successo su Ken ‘il rosso’, ma col passare delle ore aveva visto ridursi la distanza dal suo antagonista. Alla fine, seppure tra difficoltà e fiato sospeso, Johnson ce l’ha fatta, facendo già presagire una prossima candidatura, nel 2015, ai Comuni. Magari un passo per rilanciare l’immagine dei conservatori che, a parte il caso isolato del sindaco di Londra, sono usciti a pezzi da questa tornata elettorale.
Infatti il voto di ieri in Gran Bretagna – che ha fato registrare tra le altre cose, un astensionismo record oltre il 50% – ha colorato di rosso la mappa politica del Paese. Il Labour ha fatto incetta di poltrone conquistandone oltre 800, un risultato che è andato ben oltre le stime della vigilia, mentre i Tory hanno registrato una performance peggiore del previsto perdendone più di 400, senza contare che i LibDem, braccio destro del governo, hanno ottenuto il risultato elettorale più catastrofico dal 1988 (anno della costituzione del partito). In termini di percentuali nazionali, i laburisti hanno conquistato il 38% del voto scalzando i conservatori che hanno ottenuto una fetta di voti più piccola (il 31%) e i liberaldemocratici impantanati in un 16%.
Insomma, per il premier David Cameron la vittoria di Boris Johnson è stata l’unica consolazione di un voto amministrativo di metà mandato da dimenticare, visto il contesto di rabbia per la crisi e per l’austerity in cui si è svolto. Una vittoria che per il primo ministro britannico ha, peraltro, un sapore agrodolce visto che Johnson, suo compagno di scuola a Eton e Oxford e che adesso taglierà il nastro della Olimpiadi 2012 – evento importantissimo per il rilancio soprattutto economico della City –, non solo non condivide parte del programma di governo di Cameron ma spera di vederlo quanto prima fuori dal 10 di Downing Street. “Sono tempi difficili, ma noi abbiamo fatto e continueremo a fare la cosa giusta”, ha commentato il prime minister commentando la sconfitta anche in un referendum parallelo, “un Boris in ogni citta” – questo lo slogan – per l’elezione diretta del sindaco nelle grandi città.
Un brutto colpo per David Cameron che anche in questa occasione sente agitarsi dietro di sé lo spettro di quella alleanza infelice con Nick Clegg per governare il paese dopo che nel maggio 2010 il responso delle urne non aveva assegnato ai Tory una vittoria definitiva, per cui molti lo accusano di aver snaturato la natura del partito, distaccandosi troppo dai valori cardine del conservatorismo. Proprio il leader e junior partner della coalizione, Clegg ha commentato il risultato non troppo positivo delle urne mostrandosi come al solito ottimista: “Continueremo a giocare il nostro ruolo per il salvataggio e la riforma dell’economia” perché questo è un compito che “non si esaurisce in una notte”. Della serie, domani è un altro giorno e si vedrà. Intanto all’alba di questo nuovo giorno Londra, nonostante tutto, è ancora ‘blu conservatore’ grazie a Johnson.