“I liberali islamici sconfiggeranno Al Qaeda perché è una forza primitiva”

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“I liberali islamici sconfiggeranno Al Qaeda perché è una forza primitiva”

25 Marzo 2010

Cos’è il liberalismo, oggi, nel mondo arabo? Ce lo spiega Tarek Heggy, una influente personalità, intellettuale e uomo d’affari egiziano, che si batte da anni per la promozione della democrazia nel suo Paese e in Medio Oriente. La settimana scorsa Heggy è stato a Roma per presentare il suo ultimo libro, il primo ad essere tradotto in Italia: Le prigioni della mente araba, edito da Marietti e a cura di Valentina Colombo, una vecchia conoscenza dell’Occidentale. Abbiamo raggiunto l’autore per discutere di Islam e democrazia.   

Mr. Heggy, quali e quante sono le prigioni della mente araba?

Nei miei ultimi libri, ho scritto delle tre principali gabbie che continuano a rendere la Mente Araba incapace di unirsi alla marcia dell’umanità verso la modernità e il progresso: il radicalismo religioso e le interpretazioni sorpassate della religione; gli atavici sistemi educativi delle società arabe che sono anch’essi del tutto superati; una paura isterica (da) e un rigetto (verso) la modernità.

Dopo l’11 Settembre, la teoria della cospirazione è diventata un ritornello. Come possiamo fermare questo tipo di manipolazioni ideologiche?

La stampa libera, i media e un moderno sistema dell’istruzione, sono degli efficaci strumenti che potrebbero venire impiegati in un modo competente per controbilanciare la sempre più diffusa credenza in una cospirazione e l’incredibile sospetto che tutti i problemi delle società arabe siano il frutto di manovre occidentali.

Molta gente crede che gli Usa abbiano invaso l’Iraq per il petrolio. Lei è un petroliere, cos’è accaduto in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein?     

Il costo complessivo dell’operazione necessaria a rovesciare il regime di Saddam Hussein è molto più alto del prezzo della spartizione in cui sono (o saranno) coinvolte le compagnie straniere impegnate nella produzione del greggio iracheno. Per di più, va considerato il semplice fatto che le compagnie che sono state selezionate per partecipare ai rischi della produzione di petrolio sono europee e non americane. Ma questo non vuol dire che gli Stati Uniti, nel 2003, non siano andati in Iraq per una serie di decisive ragioni di carattere strategico, e che, non ci sono dubbi, queste ragioni siano state un grande beneficio per gli interessi americani.    

A che punto è la promozione della democrazia nel mondo arabo e musulmano?

In generale, l’ambiente educativo, sociologico e culturale del mondo arabo (e musulmano) non è completamente pronto per una democratizzazione. Ed è un imperativo fare ogni sforzo per ottenere maggiori libertà politiche ed economiche accompagnate da una educazione moderna e liberale. Questo è il solo contrappeso di fronte al Radicalismo.

Di recente, Fareed Zakaria ha scritto che Al Qaeda è stata sconfitta dal risveglio del mondo islamico moderato. Che ne pensa?

Ritengo che Zakaria abbia detto la verità. Aggiungo che se noi, musulmani moderati, fossimo vissuti in un ambiente caratterizzato da buoni governi, minore corruzione e leadership migliori, sarebbe stato molto più facile difendersi dal Radicalismo. In fin dei conti, i nostri avversari sono tanto ignoranti quanto primitivi.

Parliamo del suo Paese, l’Egitto. Chi sarà a prevalere dopo Mubarak? I laici e i riformisti oppure la Fratellanza Musulmana?

Finché Mubarak sarà in grado di camminare, e non avrà esalato il suo ultimo respiro (come ha personalmente annunciato), resterà il presidente dell’Egitto. In seguito, ho la forte sensazione – basata su un monitoraggio della realtà egiziana che dura da decenni – che i riformisti giocheranno un ruolo gigantesco nell’era post-Mubarak.

Come valuta il nuovo approccio alle politiche migratorie del governo Italiano per controllare i flussi provenienti dal Nord Africa?

E’ un diritto dell’Italia di valutare le regole utili a garantire che gli immigrati diretti verso il vostro Paese siano persone che arrivano per unirsi all’Italia e non per cambiare l’Italia.

Geert Wilders sostiene che l’immigrazione in Olanda deve essere completamente bloccata. Come giudica questa posizione?

Conosco l’Olanda piuttosto bene. Non dimentichi che sono stato il Presidente della più grande compagnia olandese in Egitto per decenni. L’Olanda è stata un paradiso per centinaia di migliaia di immigrati musulmani. Ma dopo l’omicidio di Theo Van Gogh, qualche anno fa, per mano di un immigrato proveniente dal Nord Africa, la situazione e gli atteggiamenti positivi sono cambiati immensamente. Quanto accaduto potrebbe sembrare ingiusto a molta gente. E in effetti potremmo chiederci e cercare di capire “perché è avvenuto un cambiamento del genere”. Tuttavia, la soluzione è arrivata da persone razionali che cercano di proteggere gli interessi della società olandese, anche facendo ricorso a delle generalizzazioni.

In conclusione?

E’ un diritto di ogni società europea (o di qualsiasi posto, inclusi i Paesi arabi) di organizzare (ed eventualmente “bloccare”) l’immigrazione, se i rispettivi governi democraticamente eletti ritengono che questa scelta possa salvaguardare gli interessi delle loro rispettive società.