I politici senza un perché
18 Dicembre 2012
C’è una signora che chiama spesso durante Zapping2.0, il programma che conduco su Radio1, si chiama Magda e ha un forte accento friulano. Non dice la sua età ma deve aver passato da un pezzo la sessantina. Parla con calma, senza emozione, come se per lei intervenire alla radio fosse la cosa più naturale del mondo. Le domande che pone sono, per i politici che intervengono, le più difficili. Cominciano con un semplice "perché?".
Normalmente gli ascoltatori che chiamano durante il programma tendono a farsi belli con domande complicate, si perdono in lunghe premesse dove danno sfoggio di competenze tanto che spesso sono costretto ad interromperli ben prima che siano arrivati al punto. In altri casi chiamano non per fare una domanda quanto per dimostare una loro teoria, raccontare il loro punto di vista sul mondo. Sono quasi sempre emozionati, perdono il filo, parlano velocemente con la paura di essere interrotti.
Magda no. Lei va dritta al punto. Non perde tempo a salutare a o fare i complimenti alla trasmissione. Comincia la sua domanda salutando l’ospite con il suo semplice cognome: niente professore, dottore, onorevole, presidente. E poi, puntualmente piazza il suo "perché". "Perché ci fate pagare l’Imu?"; "perché l’euro non ha mantenuto le sue promesse?"; "Perché Berlusconi ha sfiduciato Monti?"; "Perché i politici rubano?". Il tutto in una manciata di secondi.
Quando la domanda è finita e Magda ha attaccato il telefono, l’ospite di turno ha sempre un momento di esitazione, quel semplice "perché" li spiazza, devono recuperare, riflettere per qualche secondo prima di riprendere il controllo. Un "perché" intimidisce molto più di un "che ne pensa", crea più imbarazzo di una telefonata ostile o insultante, mette a disagio più di un sfilza di lodi o complimenti. Riesco a sentire in cuffia quei pochi secondi di esitazione davanti al "perché", e capisco che rispondere richiede uno sforzo di verità e semplicità a cui di solito i politici non sono preparati.
Gli ospiti cui capita di sottoporsi alle domande di Magda annaspano, si erano preparati mille argomenti, centinaia di spiegazioni, un sacco di bei discorsi, complesse giustificazioni, e molte teorie difensive. Ma tutto frana davanti a quei semplici "perché". La sincera curiosità di una anziana signora, priva di qualsiasi secondo fine, di voglia di apparire, di provocare o di fare polemica, li costringe a fari i conti con la realtà e a mettere da parte tutti gli artifici della retorica.
Non sarà un forse grande indizio ma ho capito una parte della crisi della politica si rivela anche quando i politici non sanno più rispondere ai semplici "perché" dei cittadini.
Tratto da Huffington Post