I radicali predicano il “voto utile” per il Pd

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I radicali predicano il “voto utile” per il Pd

09 Aprile 2008

“Cari amici e compagni dovete sapere che se voterete per Boselli sarà come dare il voto  a Berlusconi, non voglio obbligarvi a votare per il Pd però è bene che lo sappiate prima”.

La voce di Emma Bonino si è materializzata lunedì notte a Radio radicale quasi alle 24, ad un attimo dalla consueta lettura delle prime pagine dei giornali del giorno successivo. Era una voce allarmata. Poco prima infatti si era svolto il consueto filo diretto di umanità varia tra i militanti radicali e l’ottimo Michele De Lucia.

Colui che ha preso il posto di Daniele Capezzone nell’immaginario del militante medio.E non pochi erano quelli che avevano telefonato preoccupati per una presunta perdita dell’identità radicale dentro la grande melassa buonista del Partito democratico di Veltroni.

“L’analisi è bella che fatta – ha detto ad esempio un militante da Roma – i radicali pur di entrare con Veltroni hanno dovuto accettare quello che gli è stato dato, cioè nove posti neanche tanto sicuri in lista, con il risultato che se Veltroni vincerà al massimo saranno eletti in sei, se invece, come è molto più probabile, perderà, al massimo saranno in due.. ne valeva la pena per lasciare al solo Boselli tutto il campo di gioco che riguarda la laicità dello stato..?”

Qualcuno avrà pensato che i radicali (come Sancho Panza scudiero di Don Quichote che si vanta: “como lo que me dan”) mangiano anche loro quel poco  che  viene loro dato.

Altri ascoltatori avevano appena visto la trasmissione elettorale su Raidue in cui Boselli rispondeva con un afflato retorico che in molti non gli conoscevano alle domande di Daniela Vergara, Mariella Venditti, Carlo Fusi e Fausto Carioti. Il tutto con il piglio che in altri tempi averebbe usato Marco Pannella.

E Boselli snocciolava ossessivamente un programma elettorale in cui l’espressione “stato laico” veniva usata ogni sei parole. Per non parlare delle discettazioni sulla pillola abortiva, sulla 194 “che non si tocca”, sul divorzio breve per chi è senza figli, sulla scuola pubblica, sull’ingerenza del Vaticano nella vita politica italiana , sulla libertà di ricerca e così via.

Chi ha assistito tra i militanti radicali alla performance televisiva boselliana ha fatto fatica a  credere ai propri stessi occhi: “ma una volta quelle cose là non le dicevano Pannella e la Bonino?”

“Come mai- qualcuno ha domandato a De Lucia durante il filo diretto – adesso queste tematiche dobbiamo sentirle da Boselli mentre Bonino e Pannella parlano d